Stay tonight, or I will end my life
Scusatemi, non lo mettevo da un po' questo bannerino, lasciatemelo ammirare.
Bon, torniamo a noi.
Location: The Windmill, storica venue di Brixton che fa la sua porca rustica figura perché è il tipo di pub che, se arrivi troppo presto, ci trovi ancora i vecchietti del circondario a tracannarsi birra come acqua e che poi se si respira a sufficienza rimangono anche a sentirsi le band strane che si accalcano sul palco.
Ma stasera c'è sold out con parecchi giorni di anticipo, che da queste parti non capita spessissimo.
Procediamo con la scaletta.
Silentage
Le matte risate... In pratica questi salgono sul palco, e sono in cinque, di cui voce/basso/chitarra già col look preciso a puntino, mentre batterista e tastierista hanno rispettivamente 12 e 13 anni e quindi vengono nascosti. Temi per il peggio, e infatti è così: parte un delay fin troppo familiare, e il cantante prima inizia a correre da fermo tipo Pieraccioni ne I Laureati, poi inizia con la puntuale imitazione di Ian Curtis. Tanto che già dopo il primo pezzo, fra due applausi due, qualcuno dal pubblico richiede "Transmission", e viene apostrofato con un seccatissimo "Fuck You". Rendetevi conto. Uno magari già faceva fatica con gli Interpol. Poi sono arrivati gli Editors e dopo tre anni non si è ancora capita la differenza. Poi sono arrivati i White Lies... e il disco dei White Lies è di tre settimane fa! Non vedevo tale affollamento di copie carbone da quando di colpo nel '98 tutti hanno preso a cantare come Eddie Vedder, ma almeno lì c'era chi faceva post-grunge, chi faceva rock smaccatamente commerciale e chi, fulminato dall'unplugged degli Alice In Chains, si limitava a un repertorio acustico... qua invece siamo a quattro band completamente identiche. E sapete qual è il peggio? Che i pezzi dei Silentage, pur banalissimi e senza motivo di esistere (un esempio dei loro meaningful ritornelli è il titolo del post), rimangono tranquillamente orecchiabili e ben eseguiti. Per cui, amanti delle statistiche, segnatevi il nome perché sono pronto a scommettere che entro tre mesi questi firmano per major e vengono sbattuti nel calderone a prendersi le briciole che avanzano. E non saranno gli ultimi. Che tanto in molti casi basta prendere gli imitatori dei Coldplay di due anni fa e sostituire i castrati con baritoni.
Let's Wrestle
Immensi. Sono in ritardissimo, per cui come varcano la soglia del locale salgono dritti sul palco, montano tutto in 5 minuti e partono. Loro se lo possono permettere. Molto più sicuri di sè rispetto a quando li avevo visti un anno fa al Camden Crawl, infilano una scaletta tiratissima con svariate composizioni inedite, e a tratti sfoggiano tecnica superiore alle aspettative - Wesley, voce/chitarra, è più J Mascis che mai. Raggiungono l'apoteosi con un clamorosissimo strumentale metal di chiusura. È il classico gruppo di cui ascolterei un disco nuovo all'anno da qua a quanto campo.
A Classic Education
Ormai li ho visti un miliardo di volte per cui è difficile ogni volta dire qualcosa di rilevante. Soffrono di problemi tecnici, ma mantengono grinta e solidità per tutto il set. Poi anch'io soffro di problemi tecnici, e ad essere sincero la seconda metà me la perdo. Sorry, sorry, sorry :'-(
Crystal Stilts
E qua il peso del sold out inizia a sentirsi tutto, con la gente che si ammazza per arrivare in prima fila e incastrarsi tipo Tetris. Il Windmill diventa un forno. Loro danno sul timido, e delegano le presentazioni alla sudatissima batterista. Il cantante indossa quella che sembra la maglia del pigiama del fratellino minore - o del batterista dei Silentage. In prima fila c'è una tipa con minuscola canotta semi-trasparente che si struscia con l'amica. Io sono subito dietro. E i ragazzi di Brooklyn intanto spaccano, e riescono nel miracolo sempre più difficile in questi giorni di ricordare i Jesus & Mary Chain non solo senza farti gridare "BASTA PER DIO BASTAAA", ma mettendoci davvero parecchio del loro, che sia una chitarra meravigliosamente rockabilly o i vocals alla Ian McCulloch via Jim Morrison. Insomma, se ne sente a sufficienza per tornare a casa e sbattere via i cd dei vari Raveonettes o Manhattan Love Suicides. Rezpekt.
Dj set Enzo Polaroid
Ha spaccato. C'è da dire che il ruolo di Dj ai concerti a Londra è abbastanza ingrato, perché a nessuno gliene fotte niente. Se la gente vuole andare a un concerto, va a un concerto. Se vuole andare a ballare, va a ballare. È rarissimo che si riesca a combinare le due cose insieme, anche perché molti a una certa ora si precipitano fuori a prendere l'ultima metropolitana. Soprattutto poi a Brixton, che non è vicina a niente. Da cosa si misura quindi un dj set di successo? Dal fatto che Wesley dei Let's Wrestle ha effettuato il suo rapidissimo soundcheck seguendo il riff della canzone che era su in quel momento (aaargh non me la ricordo), e che i Crystal Stilts ballavano felici mentre montavano il palco. E anche dai padroni del Windmill che, nonostante non fosse rimasto più nessuno, gli hanno offerto una birra pur di non mandarlo a casa. Probabilmente cantandogli il pezzo dei Silentage citato dal titolo del post.
'cezzionale.
E finché sono qua, inauguro l'ennesima nuova rubrica:
LAST NIGHT I MET VALIDO
The worst party pics in London
(poi quando Enzo torna gli faccio mettere anche un po' di mp3)
Scusatemi, non lo mettevo da un po' questo bannerino, lasciatemelo ammirare.
Bon, torniamo a noi.
Location: The Windmill, storica venue di Brixton che fa la sua porca rustica figura perché è il tipo di pub che, se arrivi troppo presto, ci trovi ancora i vecchietti del circondario a tracannarsi birra come acqua e che poi se si respira a sufficienza rimangono anche a sentirsi le band strane che si accalcano sul palco.
Ma stasera c'è sold out con parecchi giorni di anticipo, che da queste parti non capita spessissimo.
Procediamo con la scaletta.
Silentage
Le matte risate... In pratica questi salgono sul palco, e sono in cinque, di cui voce/basso/chitarra già col look preciso a puntino, mentre batterista e tastierista hanno rispettivamente 12 e 13 anni e quindi vengono nascosti. Temi per il peggio, e infatti è così: parte un delay fin troppo familiare, e il cantante prima inizia a correre da fermo tipo Pieraccioni ne I Laureati, poi inizia con la puntuale imitazione di Ian Curtis. Tanto che già dopo il primo pezzo, fra due applausi due, qualcuno dal pubblico richiede "Transmission", e viene apostrofato con un seccatissimo "Fuck You". Rendetevi conto. Uno magari già faceva fatica con gli Interpol. Poi sono arrivati gli Editors e dopo tre anni non si è ancora capita la differenza. Poi sono arrivati i White Lies... e il disco dei White Lies è di tre settimane fa! Non vedevo tale affollamento di copie carbone da quando di colpo nel '98 tutti hanno preso a cantare come Eddie Vedder, ma almeno lì c'era chi faceva post-grunge, chi faceva rock smaccatamente commerciale e chi, fulminato dall'unplugged degli Alice In Chains, si limitava a un repertorio acustico... qua invece siamo a quattro band completamente identiche. E sapete qual è il peggio? Che i pezzi dei Silentage, pur banalissimi e senza motivo di esistere (un esempio dei loro meaningful ritornelli è il titolo del post), rimangono tranquillamente orecchiabili e ben eseguiti. Per cui, amanti delle statistiche, segnatevi il nome perché sono pronto a scommettere che entro tre mesi questi firmano per major e vengono sbattuti nel calderone a prendersi le briciole che avanzano. E non saranno gli ultimi. Che tanto in molti casi basta prendere gli imitatori dei Coldplay di due anni fa e sostituire i castrati con baritoni.
Let's Wrestle
Immensi. Sono in ritardissimo, per cui come varcano la soglia del locale salgono dritti sul palco, montano tutto in 5 minuti e partono. Loro se lo possono permettere. Molto più sicuri di sè rispetto a quando li avevo visti un anno fa al Camden Crawl, infilano una scaletta tiratissima con svariate composizioni inedite, e a tratti sfoggiano tecnica superiore alle aspettative - Wesley, voce/chitarra, è più J Mascis che mai. Raggiungono l'apoteosi con un clamorosissimo strumentale metal di chiusura. È il classico gruppo di cui ascolterei un disco nuovo all'anno da qua a quanto campo.
A Classic Education
Ormai li ho visti un miliardo di volte per cui è difficile ogni volta dire qualcosa di rilevante. Soffrono di problemi tecnici, ma mantengono grinta e solidità per tutto il set. Poi anch'io soffro di problemi tecnici, e ad essere sincero la seconda metà me la perdo. Sorry, sorry, sorry :'-(
Crystal Stilts
E qua il peso del sold out inizia a sentirsi tutto, con la gente che si ammazza per arrivare in prima fila e incastrarsi tipo Tetris. Il Windmill diventa un forno. Loro danno sul timido, e delegano le presentazioni alla sudatissima batterista. Il cantante indossa quella che sembra la maglia del pigiama del fratellino minore - o del batterista dei Silentage. In prima fila c'è una tipa con minuscola canotta semi-trasparente che si struscia con l'amica. Io sono subito dietro. E i ragazzi di Brooklyn intanto spaccano, e riescono nel miracolo sempre più difficile in questi giorni di ricordare i Jesus & Mary Chain non solo senza farti gridare "BASTA PER DIO BASTAAA", ma mettendoci davvero parecchio del loro, che sia una chitarra meravigliosamente rockabilly o i vocals alla Ian McCulloch via Jim Morrison. Insomma, se ne sente a sufficienza per tornare a casa e sbattere via i cd dei vari Raveonettes o Manhattan Love Suicides. Rezpekt.
Dj set Enzo Polaroid
Ha spaccato. C'è da dire che il ruolo di Dj ai concerti a Londra è abbastanza ingrato, perché a nessuno gliene fotte niente. Se la gente vuole andare a un concerto, va a un concerto. Se vuole andare a ballare, va a ballare. È rarissimo che si riesca a combinare le due cose insieme, anche perché molti a una certa ora si precipitano fuori a prendere l'ultima metropolitana. Soprattutto poi a Brixton, che non è vicina a niente. Da cosa si misura quindi un dj set di successo? Dal fatto che Wesley dei Let's Wrestle ha effettuato il suo rapidissimo soundcheck seguendo il riff della canzone che era su in quel momento (aaargh non me la ricordo), e che i Crystal Stilts ballavano felici mentre montavano il palco. E anche dai padroni del Windmill che, nonostante non fosse rimasto più nessuno, gli hanno offerto una birra pur di non mandarlo a casa. Probabilmente cantandogli il pezzo dei Silentage citato dal titolo del post.
'cezzionale.
E finché sono qua, inauguro l'ennesima nuova rubrica:
LAST NIGHT I MET VALIDO
The worst party pics in London
(poi quando Enzo torna gli faccio mettere anche un po' di mp3)
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