Straniero parlerò la lingua dell'amore


Avete presente tutto questo lo-fi che va di moda? Chitarre che sembrano registrate col walkman, batterie messe direttamente nell'altra stanza, voci come se fossero filtrate da un CB in disuso (le migliori band sono quelle che montano vecchie cornette del telefono sull'asta del microfono - l'ho visto fare, giuro). E poi tutto sommerso nell'immancabile marea di riverberi ed echi.
Bene: quale sarebbe l'effetto se applicassimo questa idea non al solito rock/garage/shitgaze ma a un indiepop che più classico non si può, e che anzi spesso cede anche il passo a colori più folk? Roba insomma da Ladybug Transistor o Saturday Looks Good To Me, tanto per capirci.
Deve essersi fatto la stessa domanda Stuart McLamb, cantautore del North Carolina, e per trovare la risposta ha dato vita al progetto The Love Language, ora divenuto una band da 7 elementi dal vivo. Un album di esordio omonimo su una piccola etichetta, l'appoggio dei veterani Rosebuds e un'infita agenda di concerti: a poco a poco il nome comincia a farsi notare anche dalla stampa.
Ora arriva il supersimpa video di Sparxxx (senza dubbio insieme a Lalita la migliore canzone della tracklist), e con quel suo andamento da festa travolgente ricorda quel bel singolo che era Trains To Brazil dei Guillemots e addirittura qualcosa dei vecchi Cardigans. «I'm running out of time, but I don't want to wait, so just blow me away like a birthday candle».

>>>(mp3): The Love Language - Sparxxx

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