"There'll never be a new ice age like this one"

The Horrors - 'Primary Colours' Ti piace il disco degli Horrors e hai paura che sia una crisi di mezza età. Hai paura che ti piaccia solo perché hai la segreta convinzione che ti dovrebbe piacere se avessi vent'anni. Oppure ti piace proprio perché hai qualche anno in più e credi di capire i cosiddetti riferimenti, mentre risali i suoni come un albero genealogico e resti a sdottorare alla cazzo di cane con un gomito appoggiato al bancone. Primary Colours è un ottimo disco da lingua impastata.
Ma guarda che "gli anni in più" sono finiti. Se li sono portati via Google, la bulimia delle reflex, il lifestream tappezzato ovunque. Il bancone è affollato e tu sei in fila alla pari con tutti gli altri.
Invece, per "gli anni in meno" - pensa un po' - non vale. "I know these words may only serve to twist the knife", ma l'unica cosa che sembra averti lasciato tutta la tua esperienza è solo il trucco per procurarti molti dischi come questo senza pagare. Rimarchevole.
Quindi: non hai più vent'anni, ma non serve a niente per quello che credevi tu. Insomma, hai perso su tutto il fronte.
Ti resta questo disco, complicato e prevedibile, sgranato e schietto, che sembra tagliato su misura per i ventenni già saturi e per gli ex-ventenni che vorrebbero mostrarsi più ipocriti e acuti. Un disco che sembra fatto apposta per la facile ironia e l'immediata glorificazione. A modo suo (e di questa epoca), un gesto eroico.

>>>(mp3): The Horrors - Who Can Say

Commenti