Echoes came over those fresh summer jams
Real Estate + A Classic Education live in Milan, LaCasa139 - 2010/05/24
È stata una bella coincidenza che la data milanese dei Real Estate (una toccata e fuga da Berlino con arrivo all'ultimo minuto, furgone sul marciapiede e soundcheck volante) sia coincisa con la comparsa di temperature che già fanno volare i pensieri a spiagge e ombrelloni lontani.
L'omonimo album di debutto della band del New Jersey, uscito sul finire dell'anno scorso per Woodsist, trasudava ritmi pigri, suoni pastosi ed echi che si conciliavano con un'immagine di tempo distante e dilatato, un'idea periferica di vacanza, in qualche modo sospesa e fuori fuoco, ma forte e luminosa.
Il live che abbiamo visto ieri sera alla Casa139 ha poi in parte sovvertito questa opinione. Il gioco di intrecci tra le chitarre di Martin Courtney e Mathew Mondalien si faceva più incisivo, aggredendo un suono che pur sfiorando atmosfere più psichedeliche non si perdeva mai del tutto in sé stesso, continuando a giocare aperto con sorridente rilassatezza. La voce di Courtney, più monocorde e quasi alienata rispetto al disco, si tirava indietro, lasciando all'incastro infinito dei riff il compito di assemblare e riassemblare puzzle di melodie.
Il lungo Pierre Duguay alla batteria sembrava l'amico che passi a prendere alle cinque del pomeriggio e si è appena svegliato, ti saluta senza parlare e si accende una canna. L'uomo giusto al posto giusto nella band giusta.
Il personaggio a lato del palco simile a un benzinaio dall'espressione molto divertita era il bassista Alex Bleeker, del cui side project riparleremo presto. Le sue note rotonde si facevano largo tra i riverberi delle canzoni dei Real Estate e le sorreggevano con sorniona fermezza.
Tutto ha funzionato a meraviglia e la band, per quanto stanca, sembrava perfettamente a suo agio e contenta, immersa nelle lunghe jam. Potevi quasi vedere i barbagli del sole e del mare sul soffitto della Casa.
Menzione speciale per il set di apertura degli A Classic Education, che avevano già incontrato i Real Estate in diverse occasioni e che quindi contribuivano all'atmosfera da rimpatriata della serata.
Formazione rimaneggiata, senza violino, e suono più secco, o come si suol dire "stripped down", per una scaletta piena dei brani nuovi che vedranno la luce in autunno. È ormai passato il tempo in cui si poteva liquidare la musica degli ACE nelle influenze di band come Arcade Fire e National. Si percepisce una loro voce ormai distinta, che mostra un carattere quasi da classico Sixties e al tempo stesso una sensibilità per le incrinature e le frammentazioni tutte contemporanee. Se non suonasse troppo semplice, si potrebbe quasi etichettare il tutto come "pop elegante", ma è davvero quello che veniva in mente anche in un concerto punteggiato da alcuni problemi tecnici ma pur sempre potente come quello di ieri sera.
>>>(mp3): Real Estate - Suburban Dogs
Real Estate + A Classic Education live in Milan, LaCasa139 - 2010/05/24
È stata una bella coincidenza che la data milanese dei Real Estate (una toccata e fuga da Berlino con arrivo all'ultimo minuto, furgone sul marciapiede e soundcheck volante) sia coincisa con la comparsa di temperature che già fanno volare i pensieri a spiagge e ombrelloni lontani.
L'omonimo album di debutto della band del New Jersey, uscito sul finire dell'anno scorso per Woodsist, trasudava ritmi pigri, suoni pastosi ed echi che si conciliavano con un'immagine di tempo distante e dilatato, un'idea periferica di vacanza, in qualche modo sospesa e fuori fuoco, ma forte e luminosa.
Il live che abbiamo visto ieri sera alla Casa139 ha poi in parte sovvertito questa opinione. Il gioco di intrecci tra le chitarre di Martin Courtney e Mathew Mondalien si faceva più incisivo, aggredendo un suono che pur sfiorando atmosfere più psichedeliche non si perdeva mai del tutto in sé stesso, continuando a giocare aperto con sorridente rilassatezza. La voce di Courtney, più monocorde e quasi alienata rispetto al disco, si tirava indietro, lasciando all'incastro infinito dei riff il compito di assemblare e riassemblare puzzle di melodie.
Il lungo Pierre Duguay alla batteria sembrava l'amico che passi a prendere alle cinque del pomeriggio e si è appena svegliato, ti saluta senza parlare e si accende una canna. L'uomo giusto al posto giusto nella band giusta.
Il personaggio a lato del palco simile a un benzinaio dall'espressione molto divertita era il bassista Alex Bleeker, del cui side project riparleremo presto. Le sue note rotonde si facevano largo tra i riverberi delle canzoni dei Real Estate e le sorreggevano con sorniona fermezza.
Tutto ha funzionato a meraviglia e la band, per quanto stanca, sembrava perfettamente a suo agio e contenta, immersa nelle lunghe jam. Potevi quasi vedere i barbagli del sole e del mare sul soffitto della Casa.
Menzione speciale per il set di apertura degli A Classic Education, che avevano già incontrato i Real Estate in diverse occasioni e che quindi contribuivano all'atmosfera da rimpatriata della serata.
Formazione rimaneggiata, senza violino, e suono più secco, o come si suol dire "stripped down", per una scaletta piena dei brani nuovi che vedranno la luce in autunno. È ormai passato il tempo in cui si poteva liquidare la musica degli ACE nelle influenze di band come Arcade Fire e National. Si percepisce una loro voce ormai distinta, che mostra un carattere quasi da classico Sixties e al tempo stesso una sensibilità per le incrinature e le frammentazioni tutte contemporanee. Se non suonasse troppo semplice, si potrebbe quasi etichettare il tutto come "pop elegante", ma è davvero quello che veniva in mente anche in un concerto punteggiato da alcuni problemi tecnici ma pur sempre potente come quello di ieri sera.
>>>(mp3): Real Estate - Suburban Dogs
(photo by paradoxjon)
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