Tutto sta nel mezzo


Quasi mi dispiaceva ammetterlo, ma i No Age mi hanno fregato di nuovo. Dopo l'esame live di un paio di anni fa, che aveva raggiunto una sufficienza stretta stretta, non avrei creduto che il duo di Los Angeles si riscattasse a questa maniera. Il loro terzo album, Everything in Between (secondo per Sub Pop) è un vero e proprio albero della cuccagna sonica per gli amanti dell'indie rock più robusto, pieno di lampi e chitarre abrasive, voci perse nel frastuono e pezzi che scheggiano via. Fever Dreaming o Depletion mi hanno ricordato i loro colleghi di etichetta Oxford Collapse per la stessa gioiosa energia nel fare casino. Valley Hump Crash sembra lottare contro sè stessa fino a diventare una conflagrazione Hüsker Dü. L'indolenza amara di Glitter prima suona come se i Cure fossero nati al sole della California, e aggiunge via via rumore a rumore, puntando direttamente ai Sonic Youth.
E anche quando nella seconda parte del disco i No Age indulgono a momenti più astratti (Dusted, Sorts), non sembra essere una posa, tutto fila e si tiene assieme, soprattutto perché alla fine arriva a travolgere ogni cosa Chem Trails, una delle più belle canzoni degli Anni Novanta uscite nel 2010. "I’m surrounded by what I feel is safe / I don’t need anything to come between".

>>>(mp3): No Age - Chem Trails

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