Avevo già parlato un paio di mesi fa del quartetto di Atlanta Gold Bears, in occasione del loro singolo e video So Natural. Ora è finalmente arrivato l'album di debutto Are You Falling In Love? pubblicato da Slumberland e bisogna dire che mantiene tutte le aspettative. Il riferimento non facile ai Boyracer è meritato in pieno, e io aggiungerei anche dei bei momenti alla Ted Leo con un rinforzo al muro di chitarre e qualche coretto sbarazzino in più: la doppietta di apertura Record Store / All Those Years è proprio una di quelle per cui vale la pena spendere la parola urgenza. Poi c'è la title-track che sembra far prendere al disco una piega più shoegaze, a cui fa eco un'anima punk dirompente che ogni tanto non ce la più e salta fuori, e fa piazza pulita in un minuto e mezzo (In This City I'm Invincible). Fino al (vero) finale di Xmas Song, dove a metà del frastuono elettrico spunta anche una tromba a dare man forte al ritornello da dito puntato al cielo, una di quelle canzoni che mi fanno perdere gli occhiali nella bolgia sotto al palco, e viene giù tutto e ciao, mezz'ora di indiepop sanguigno, d'altri tempi, ma di una forza che mi fa bene ascoltare anche ora.
Avevo già parlato un paio di mesi fa del quartetto di Atlanta Gold Bears, in occasione del loro singolo e video So Natural. Ora è finalmente arrivato l'album di debutto Are You Falling In Love? pubblicato da Slumberland e bisogna dire che mantiene tutte le aspettative. Il riferimento non facile ai Boyracer è meritato in pieno, e io aggiungerei anche dei bei momenti alla Ted Leo con un rinforzo al muro di chitarre e qualche coretto sbarazzino in più: la doppietta di apertura Record Store / All Those Years è proprio una di quelle per cui vale la pena spendere la parola urgenza. Poi c'è la title-track che sembra far prendere al disco una piega più shoegaze, a cui fa eco un'anima punk dirompente che ogni tanto non ce la più e salta fuori, e fa piazza pulita in un minuto e mezzo (In This City I'm Invincible). Fino al (vero) finale di Xmas Song, dove a metà del frastuono elettrico spunta anche una tromba a dare man forte al ritornello da dito puntato al cielo, una di quelle canzoni che mi fanno perdere gli occhiali nella bolgia sotto al palco, e viene giù tutto e ciao, mezz'ora di indiepop sanguigno, d'altri tempi, ma di una forza che mi fa bene ascoltare anche ora.
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