LEGNA


Nella fantastica intervista ai Gazebo Penguins fatta da Federico "FedeMC" Bernocchi sulle pagine di Legno c'è questa risposta di Capra che io trovo formidabile:
L’italiano ha tante cose belle, che finché non registri i cantati in studio forse non capisci per bene. Ha di bello che riesci a cantare un pezzo dopo 15 secondi. E quindi ha di bello che chi ti ascolta poi si porta con sé qualcosa che diventa più profondo e radicato ogni volta che ci pensa.
Come il verme solitario, o uno stillicidio di soda caustica sul femore, sempre più a fondo, sempre di più. Poi c’è di bello che se davvero ci tieni a dire qualcosa che per te è importante nel testo di una canzone, allora c’è anche il caso che quel qualcosa passi, e che venga ascoltato. Io non ho mai tradotto un testo in vita mia. Mai, per dire. Comunque è molto raro avere qualcosa di importante da dire.

E niente. La notizia del giorno è che la band di Correggio ritorna con un nuovo album, da oggi in free download sul loro sito e dal 27 maggio in cd edizione limitata per To Lose La Track. Si intitola ineluttabilmente Legna e l'altra notizia è che è tutto cantato in italiano. Immagino che le recensioni parleranno di hardcore, post-hardcore, emo, screamo, Death Of Anna Karina, Fine Before You Came (Jacopo Lietti partecipa a un pezzo e ne ha curato la grafica), della scena di Washington o di Steve Albini oppure del "modello top di gamma dei muletti diesel da segheria".
Tutto molto appropriato, ma io sono rimasto davvero colpito dalla grazia di quei versi appoggiati su suoni così pesanti e poderosi, anche quando parlano di refusi grammaticali o di partigiani. Un contrasto che non è tale, perché ogni cosa in queste otto canzoni fila spedita e travolge tutto con una naturalezza che, in mezzo a tutte quelle chitarre che esplodono, entusiasma. Come mettersi a leggere poesie ad alta voce in mezzo a un pogo furente:

Ho ritrovato quel disegno in cui dormivi stesa al sole / nella cesta delle robe inutili / che di buttar non ho mai avuto il cuore / ci si affeziona / e poi è tutto un ricordare le cose / meglio di com’erano davvero / di quando avevamo qualche anno di meno. / Senza di te ho perso un po' di ilarità / berrò di più per risciacquare la città.

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