La prevista valanga di articoli e post su I Cani è cominciata, e in questi giorni li trovate praticamente su ogni rivista e blog. La cosa buffa è che, nonostante tutto, loro continuano anche a portare avanti questa poetica dell'anonimato (bravi!), anche quando finisce per metterli in situazioni un po' surreali, tipo l'intervista simpsoniana con Federico Guglielmi. Chissà come faranno quando cominceranno a fare concerti (12 giugno al MiAmi a Milano e 3 luglio a Roma le prime date).
Intanto la notizia di oggi è che, in attesa di avere finalmente tra le mani il disco, Il Sorprendente Album D'esordio Dei Cani si può già ascoltare per intero in streaming su Rockit, così vi potete fare un'idea più precisa. In alternativa, c'è anche un mini-live acustico per Mucchio.it in cui, con una notevole autoironia, condensano tutte le loro canzoni in quattro minuti.
Per quanto mi riguarda, ho trovato molto divertente e istruttivo che la marea di commenti alla provocazione di Inkiostro si sforzasse di misurare se i Cani ce l'avessero più lungo degli Offlaga o più grosso dei Baustelle. Tutto "molto italiano", Stanis.
Mi tiro fuori dalla mischia, qui li si apprezza da tempi non sospetti. Quel poco che avevo da dire sull'album l'ho scritto qualche settimana fa su Saturno. Mi sembra non sia troppo appropriato paragonarli ad altre figure del passato cantautoriale italiano, e quello che mi piace delle loro canzoni è proprio l'implacabile aderenza al presente, il tentativo di farci della poesia cercando una strada diversa tanto dalla nostalgia quanto dal lirismo più intellettuale. Se volete vederci soltanto "un prodotto costruito a tavolino", buono appena per i voyeurismi della Scena, portatemi qualcosa di meglio dei vari "si stava meglio ai miei tempi". I tempi sono questi, ci siete in mezzo anche voi, e bisogna raccontarli.
Intanto la notizia di oggi è che, in attesa di avere finalmente tra le mani il disco, Il Sorprendente Album D'esordio Dei Cani si può già ascoltare per intero in streaming su Rockit, così vi potete fare un'idea più precisa. In alternativa, c'è anche un mini-live acustico per Mucchio.it in cui, con una notevole autoironia, condensano tutte le loro canzoni in quattro minuti.
Per quanto mi riguarda, ho trovato molto divertente e istruttivo che la marea di commenti alla provocazione di Inkiostro si sforzasse di misurare se i Cani ce l'avessero più lungo degli Offlaga o più grosso dei Baustelle. Tutto "molto italiano", Stanis.
Mi tiro fuori dalla mischia, qui li si apprezza da tempi non sospetti. Quel poco che avevo da dire sull'album l'ho scritto qualche settimana fa su Saturno. Mi sembra non sia troppo appropriato paragonarli ad altre figure del passato cantautoriale italiano, e quello che mi piace delle loro canzoni è proprio l'implacabile aderenza al presente, il tentativo di farci della poesia cercando una strada diversa tanto dalla nostalgia quanto dal lirismo più intellettuale. Se volete vederci soltanto "un prodotto costruito a tavolino", buono appena per i voyeurismi della Scena, portatemi qualcosa di meglio dei vari "si stava meglio ai miei tempi". I tempi sono questi, ci siete in mezzo anche voi, e bisogna raccontarli.
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