Grazie a Fede per avere segnalato qualche settimana fa l'album d'esordio degli australiani Twerps: da allora è uno dei miei ascolti preferiti. Anzi, più che un ascolto vero e proprio direi che mi sta facendo compagnia, perché si sente esattamente come me. Quella foschia di pigrizia che ti trascini dentro anche quando la mattina ti alzi che è ancora buio e già stai correndo, sembra che tu sia pieno di iniziativa ma dentro combatti te stesso come se nuotassi controcorrente.
Canzoni come Don't Be Surprised, una ballata a due facce che parte Dylaniana e poi muore dalla voglia di accendersi di disordine garage, oppure la struggente Anything New, con una melodia che sembra sempre sul punto di crollare in ginocchio e invece solleva le braccia al cielo, la fede nell'amore che resiste alle avversità e tutto quel genere di cose. Oppure l'assoluto inno da sbronzi di Who Are You, ogni cosa sembra uno scherzo, ma in fondo è in questo momento, con questa chitarra e con tutti i cori delle band dei miei amici, che so chi sono davvero. Sì, è stata una faticaccia arrivare fino a qui, riportare tutto a casa, ma guarda che cosa bella che siamo riusciti a mettere assieme. La nebbia non mi mette malinconia.
Si avverte di sicuro una componente slacker in questo disco, e l'effetto complessivo potrebbe confondersi nel lo-fi, ma a quanto si legge è solo la particolare influenza di band come Clean e Go-Betweens. Da un lato i Twerps si dichiarano piuttosto orgogliosi della scena da cui provengono, dall'altro la rilassata modestia in cui sembrano assorbiti il loro suono e loro stessi semplicemente conquista al primo ascolto.
"I love four-chord pop songs. I don't consider myself a lyricist, I'm totally driven by melody. All that Flying Nun stuff is four-chord songs with great melodies and that's what we go for".
(mp3): Twerps - Anything New
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