E quando si spegne l'ultima nota del nuovo disco di Jens Lekman vorresti avere intorno tutte le persone a cui hai voluto bene nella tua vita, tutte le persone che hanno passato anche soltanto un minuto nel tuo cuore e a cui non hai detto tutto quello che era lì per loro; hai voglia di stringere mani, di abbracciare forte, perché la profonda, lucida tristezza di queste meravigliose canzoni, il loro incessante (mai estenuante) fare la spola tra il minuzioso racconto della fine di un amore e la consapevolezza che tu e il mondo andrete avanti comunque ti scaraventa in un cielo così alto e terso che non riesci proprio a tenerlo solamente per te. E tutti sono qui, entrano danzando, con un passo Motown riletto dai Belle & Sebastian come nella strepitosa I Know What Love Isn’t (l'altra faccia della medaglia di Opposite Of Hallelujah): oh no, non sai cos'è l'amore, ma ora sai cosa non è, torni a impararlo ogni volta eppure ogni volta ritorna. La morale del disco è presto detta: "You don’t get over a broken heart / You just learn to carry it gracefully". E quindi le cose che contano sono due: l'imparare, la fatica, il percorso, da una parte; la grazia e la leggerezza dall'altra. The World Moves On, la canzone in cui è contenuto questo verso, parte da un attacco alla Magnetic Fields, sembra tutto molto serio, e invece poi fiorisce in flauti e percussioni. In generale però la musica dà l'impressione di essere più raccolta rispetto a Kortedala. La limpidezza dei suoni, quel timbro elegante di Lekman che forse ormai non ha più senso riportare ad altri nomi, per quanto eccellenti, qui raggiunge uno dei vertici della sua produzione: riesce a spaziare dalla nuda e straziante chitarra e voce di Cowboy Boots (a volte vorresti che Lekman si ritrovasse più spesso dentro queste ballate folk), allo sfarzo di archi e fiati su The End Of The World Is Bigger Than Love, passando per il frastagliato e liquido ritmo di She Just Doesn't Want To Be With You Anymore e per melodie irresistibili come Become Someone Else's. E alla faccia degli stereotipi dell'indiepop, in un disco a tema "cuore spezzato" c'è anche lo spazio per cantare "No, I hate bands / It’s always packed with men spooning their girlfriends". Certo, ritrovare dentro questo album il consueto humour malinconico e intelligente dell'autore di Maple Leaves a prima vista può sembrare difficile, ma in fondo il filo conduttore di tutte queste canzoni non sembra l'essenza stessa di uno scherzo amaro e perfetto? "When you’ve had your heart broken / The world just shrugs its shoulders and keeps going".
(mp3) Jens Lekman - I Know What Love Isn't
[pubblicato in parte come recensione su Rolling Stone #107]
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