Non ci provo nemmeno a riassumere in una formula tutto (o quasi) quello che continua ad affascinarmi e conquistarmi dell'indie rock, ma almeno uno dei motivi per cui non mi stancherò mai di dischi come Crooked Rain, Crooked Rain o Where You Been credo stia nella maniera in cui riescono a sprigionare un'energia fuori del comune partendo da una posa in apparenza indolente, disimpegnata e insofferente. La contraddizione alla radice della figura così naif dello slacker, la negligenza che si fa creatività, il cazzeggio che inventa la bellezza, pur con tutta la sua ingenuità délabré, ormai è parte del DNA di molti che sono passati per i Novanta. Oh sì: è tutto così superato e irrecuperabile e ai tempi nostri sì che era meglio. Vaffanculo. Buttate l'occhio su una copertina come quella del nuovo sette pollici dei Clearence e se sentite un colpo al cuore avete capito. Ok, Pavement, Dinosaur Jr., Built To Spill, Guided By Voices, Clean e tutto il resto del canone è qui dentro. Ma non riesco a definire la musica della band di Chicago "semplice" revival, perché se una lezione così forte è capace di far nascere qualcosa di tanto divertente e trascinante, a suo modo sgraziatamente perfetto, beh allora forse non importa quanti anni sono passati. Vivrà sempre da qualche parte "il custode delle chiavi di una vecchia frontiera da lungo tempo dimenticata".
(mp3) Clearence - Close Encounters
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