La prima cosa che mi ha colpito di Wooden Head, il disco di debutto dei Proper Ornaments, è stata la storia che lo accompagna. A memoria, non ricordo un comunicato della Slumberland con racconti di droghe, fidanzate cleptomani, avventurose fughe all'estero, incontri provvidenziali dentro negozietti di Londra, e che citi Andrew Loog Oldham. Non metto in dubbio che il cantautore argentino Maximo Claps e James Hoare (già nei Veronica Falls), i due responsabili del progetto, abbiano attraversato mille peripezie per riuscire a portare alla luce questo bel disco, ma ho trovato un po' insolito che si sia sentito il bisogno di abbellirlo con questo "colore".
Le canzoni tutto sommato parlano da sole, giocando a carte scoperte e mostrando in maniera molto chiara le loro influenze, tra psichedelia Sixties e suadente jangle-pop. Now I Understand filtra luminosi riflessi byrdsiani; Gone è un devoto omaggio ai Jesus & Mary Chain (come anche Tire Me Out); c'è una canzone intitolata Stereolab che dosa la giusta quantità di melodie ipnotiche; Summer's Gone è un languido inno estivo che avrebbero potuto scrivere dei Velvet Underground in un momento di particolare serenità (e finisce per avvicinarsi molto ai Real Estate). "No excuses needed here at all / now that you're old enough to lose your own mind".
Ma la qualità migliore di Wooden Head mi pare resti la sua coesione, il suo funzionare bene come "album" nel vero senso della parola, dall'inizio alla fine: un ascolto dentro cui immergersi, abbandonarsi e perdersi, pur avendo ben chiari tutti i riferimenti.
(mp3) The Proper Ornaments - Stereolab
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