Siete una moderatamente disgraziata band australiana con riferimenti musicali abbastanza oscuri al grande pubblico. Esordio indipendente, la critica composta da vostri simili risponde più o meno entusiasta, qualche centinaio di dischi venduti, hype sui blog, amici che offrono birre: immagino la dimensione del successo. Una vostra canzone viene citata a caso da una star di Hollywood su twitter, e voi cosa fate? Nel disco successivo dichiarate: “I don’t want to sing Dreamin / It’s lost every single meaning”. Va bene, riguardava la storia personale tra il cantante Martin Frawley e la chitarrista Julia McFalane, ma alla fine sembra un po' che vogliate fare di tutto per accanirvi nella solita nicchia.
Alla fine non è così, per fortuna, soprattutto ascoltando questo nuovo Underlay EP uscito per la prestigiosa Merge, disco che rivela un suono in evoluzione.
La prima volta che parlai dei Twerps qui sul blog tirai fuori l'idea di una foschia di pigrizia che avvolgeva la loro musica. Se oggi dicessi che queste nuove canzoni sembrano invece mostrare un'anima più ruvida, non intendo che in passato la band di Melbourne suonasse twee-pop: è solo che questa nuova raccolta decide di puntare su un carattere a tratti più agitato e introverso. Da una parte restano fermi numi tutelari come Clean e Bats (vedi la meravigliosa Hypocrite), ma ci sono anche momenti Beat Happening (la filastrocca di Conditional Report) e altri poetici e ostinati alla Television Personalities, meravigliosi fino alle lacrime (Wait Til You Smile).
Se Underlay è davvero un disco di passaggio, soprattutto visto l'importante cambio di etichetta e di esposizione, rimango curioso di sapere cosa succederà in futuro. Ma anche nel caso i "nuovi" Twerps assomigliassero molto a quelli di oggi, non potrei davvero chiedere di più e gli vorrò un gran bene come sempre.
(mp3) Twerps - Wait Til You Smile
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