Lose myself in sound



Uno dei dischi più "assolati" che ho ascoltato in questa poco soleggiata estate è stato senza dubbio End Times Undone, l'ultima eccellente prova di David Kilgour insieme agli Heavy Eights. In caso qualcuno abbia bisogno di una rapida presentazione della figura di David Kilgour, prendiamo la biografia sulla Allmusic come buon punto di partenza. Ebbene sì: si tratta proprio dell'ex cantante dei leggendari Clean (dico ex anche se la band neozelandese periodicamente torna a riformarsi, e non è da molto che la fondamentale Anthology è stata ristampata in vinile). Meglio specificarlo, perché magari ascoltando distrattamente End Times Undone uno potrebbe pensare che sia opera di qualche giovane band di Brooklyn, influenzata da nomi come Real Estate o Beach Fossils. Il rapporto è semmai invertito, i Clean sono una di quelle band per cui è lecito spendere l'abusato aggettivo "seminale", e il veterano Kilgour qui tiene alta la bandiera di un'idea di musica scintillante, melodica e incantevole, ma non per questo meno increspata di scatti improvvisi e scarti obliqui. Queste dieci tracce sono letteralmente ricolme di chitarre alla deriva dentro il suono più iridescente, sereno e cristallino che possiate immaginare, mentre le voci e le parole sembrano perdersi non nei riverberi ma nella brezza che soffia tra le note. L'apertura di Like Rain e la chiusura di Some Things You Don't Get Back, nella loro circolarità, rappresentano i confini di questo pop luminoso, in cui anche le distorsioni arrivano soltanto ad accentuare le melodie. All'interno si spazia tra sfumature più folk (Christopher Columbus), blues (Crow), psichedeliche (Down The Tubes), e strepitosi miracoli indie rock come Lose Myself In Sound (con quell'andatura spigliata da giovani Teenage Fanclub), oppure il singolo Comin' On (che potrebbe stare nella discografia dei R.E.M.). Uno di quei dischi dentro cui perdersi davvero, e dove risplende così tanta buona musica che ti resta addosso quest'immotivata fiducia, anche alla fine dell'estate.



(mp3) David Kilgour and the Heavy Eights - Lose Myself In Sound

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