Time it seems never enough to choose


LITERATURE - CHORUS (2014)



Le canzoni dentro Chorus, il nuovo album dei Literature, corrono a perdifiato e sono tutte attaccate, suonano come una cassettina in cui volevi stipare più pezzi possibile e tenere il ritmo sempre alto, quasi fosse una sfida. Una finisce e subito arriva la successiva a travolgerti. Non per niente, il solo vero momento di stanchezza in scaletta è rappresentato dall'unica canzone in cui la band di Philadelphia toglie il piede dall'acceleratore (Chime Hours), ma arriva ormai all'inizio del Lato B del disco e non disturba più di tanto. Anche i testi sembrano riflettere questa impazienza: frasi brevi, immagini slegate, name-dropping senza il tempo di raccontare vere e proprie storie. "Time it seems never enough to choose". Lanciare la propria musica a velocità folle sembra necessario e vitale per i Literature: mi ricorda qualcosa di certi Pains Of Being Pure At Heart degli inizi (o magari di quello che avrebbero potuto essere i Drums), e questo rende il loro agguerrito indiepop (non è un ossimoro!) conciso ed efficace, oltre che divertentissimo (vedi l'irresistibile apertura di The Girl, The Gold Watch, and Everything, o il singolo The English Softhearts). Anche se la produzione del capitano Gary Olson arricchisce i colori e la "profondità" rispetto al debutto di due anni fa, quello dei Literature resta un suono che deve correre a più non posso per non indugiare e pentirsi. Super melodici e adrenalici, non concedono un attimo di tregua e sbaragliano ogni resistenza.



(mp3) Literature - The Girl, The Gold Watch, and Everything

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