Il 28 agosto di vent'anni fa la Sarah Records se ne andava in grande stile. Con un'inserzione pubblicitaria che in fondo non vendeva nulla, ma ricordava che "nothing should be forever". Eroici come si può essere soltanto a quella giovane età, bruciati dalla febbre del creare qualcosa di bello, con la voglia di ridere e amare e andarsene con un lampo. E poi ricominciare. C'è sempre un ricominciare dopo quel "destroying things".
Come ci ha raccontato anche My Secret World, il commovente documentario che abbiamo proiettato un paio di mesi fa qui a Bologna, la lezione di questa etichetta indiepop è oggi più che mai forte e viva. Ma proprio come accadde durante la sua breve vita, è anche una lezione trascurata, dimenticata e liquidata in quanto inattuale e naïf. Non conosciamo più la parola "politica" come la conoscevano quei ragazzi. Il perché amiamo e ascoltiamo musica, proprio oggi che ne parliamo in continuazione, come mai prima d'ora è diventato secondario e marginale. Perciò, in questo speciale anniversario, voglio appuntare qui sopra questo piccolo documento storico. Fin troppo ambizioso promemoria. Trito, già visto e svenduto. Lo so, lo so. Ma io guardo quelle parole ritagliate, leggo "like falling in love / it reminds us we're alive", e sento ancora la pelle d'oca.
(mp3) Another Sunny Day - Anorak City (Sarah 007 - 1988)
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