Sporadica rubrica fatta con i miei sensi di colpa e le vostre email
I More Lemonade sono un quartetto proveniente dalla pianura della provincia di Verona e suonano un post-hardcore che loro stessi, con una certa ironia, definiscono "thirtysomething emo". Comunque sia, lo sanno suonare bello forte, gridano e pestano tutte le corde giuste, "in una sala prove molto sporca. Ma fatta a mano". Il titolo del loro album è di quelli che strappa un singhiozzo: Like Falling In Love In September '96. Bravi. Mi piacerebbe un sacco vederli live, perché immagino facciano quei concerti dove si finisce tutti abbracciati e sudati, "I will not fight you / I will not regret my past".
Vi ricordate i leggendari Pecksniff? Qui a polaroid li avevamo parecchio a cuore. Stefano Poletti, che della formazione parmense era il frontman e che nel frattempo è diventato regista (già al lavoro con Baustelle, Tre Allegri Ragazzi Morti e Appino, tra gli altri), ha dato vita a un nuovo progetto musicale. Mi ha spiazzato non poco, vista la passata militanza twee: si chiamano La Tana Delle Tigri, fanno base a Milano, e suonano un potente post-rock epico e rumoroso, quasi debordante verso sonorità metal. Hanno realizzato un EP onomimo di cinque tracce strumentali, magniloquenti e scintillanti.
Nuova uscita, ovviamente su cassetta, per la More Letters Records, la piccola label che ama scrivervi lettere a mano. Questa volta è il turno dell'esordio di un giovane duo barese, gli Homelette. Vent'anni, chitarre acustiche, atmosfere autunnali e buon folk per riscaldarsi il cuore. Non si può non notare che l'EP Mornin' Hollow, "scritto al tramonto dell'adolescenza", mette tra le tag anche "Sparklehorse". Si potrebbe aggiungere un Elliott Smith con sfumature mediterranee: la propensione degli Homelette a mescolare i tratti più tradizionali di questa scrittura con accenti latini, infatti, promette davvero bene. Da tenere d'occhio.
Nuovo album, il terzo, per i cagliaritani Diverting Duo. Atmosfere sognanti, grazie alla voce eterea di Sara Cappai e ai suoni come sempre curatissimi e ispirati a nomi gloriosi come Cocteau Twins, Dead Can Dance e This Mortal Coil. Il nuovo lavoro, elegante fin quasi a diventare ipnotico, si intitola Desire e li accosta ad altri discepoli contemporanei di quello stile raffinato e seducente, come Beach House, XX o, per rimanere dalle nostre parti, Be Forest. Un disco essenziale ed asciutto, ma preciso ed efficace. Un'ottima conferma.
Alcuni anni fa, Alessandro Fabbricat aveva messo in piedi una piccola band per cui mi ero preso una bella cotta: i Wax Anatomical Models, emo e nervosissimi, con qualche collaborazione anche di Pernazza. Si sciolsero dopo un solo EP, lasciandomi l'amaro in bocca per un bel po' di potenzialità non espresse. Ora Alessandro si riaffaccia con una nuova formazione, i Regata, e un nuovo singolo di tre tracce (per ora solo su YouTube e dentro un bellissimo cd che assomiglia a una confezione di medicinali). Il cantato ora è in italiano e i suoni si sono fatti ormai del tutto elettronici, ma l'approccio è rimasto lo stesso, molto teso e diretto, super orecchiabile e super divertente. Non vedo l'ora di sentire di più.
I More Lemonade sono un quartetto proveniente dalla pianura della provincia di Verona e suonano un post-hardcore che loro stessi, con una certa ironia, definiscono "thirtysomething emo". Comunque sia, lo sanno suonare bello forte, gridano e pestano tutte le corde giuste, "in una sala prove molto sporca. Ma fatta a mano". Il titolo del loro album è di quelli che strappa un singhiozzo: Like Falling In Love In September '96. Bravi. Mi piacerebbe un sacco vederli live, perché immagino facciano quei concerti dove si finisce tutti abbracciati e sudati, "I will not fight you / I will not regret my past".
Vi ricordate i leggendari Pecksniff? Qui a polaroid li avevamo parecchio a cuore. Stefano Poletti, che della formazione parmense era il frontman e che nel frattempo è diventato regista (già al lavoro con Baustelle, Tre Allegri Ragazzi Morti e Appino, tra gli altri), ha dato vita a un nuovo progetto musicale. Mi ha spiazzato non poco, vista la passata militanza twee: si chiamano La Tana Delle Tigri, fanno base a Milano, e suonano un potente post-rock epico e rumoroso, quasi debordante verso sonorità metal. Hanno realizzato un EP onomimo di cinque tracce strumentali, magniloquenti e scintillanti.
Nuova uscita, ovviamente su cassetta, per la More Letters Records, la piccola label che ama scrivervi lettere a mano. Questa volta è il turno dell'esordio di un giovane duo barese, gli Homelette. Vent'anni, chitarre acustiche, atmosfere autunnali e buon folk per riscaldarsi il cuore. Non si può non notare che l'EP Mornin' Hollow, "scritto al tramonto dell'adolescenza", mette tra le tag anche "Sparklehorse". Si potrebbe aggiungere un Elliott Smith con sfumature mediterranee: la propensione degli Homelette a mescolare i tratti più tradizionali di questa scrittura con accenti latini, infatti, promette davvero bene. Da tenere d'occhio.
Nuovo album, il terzo, per i cagliaritani Diverting Duo. Atmosfere sognanti, grazie alla voce eterea di Sara Cappai e ai suoni come sempre curatissimi e ispirati a nomi gloriosi come Cocteau Twins, Dead Can Dance e This Mortal Coil. Il nuovo lavoro, elegante fin quasi a diventare ipnotico, si intitola Desire e li accosta ad altri discepoli contemporanei di quello stile raffinato e seducente, come Beach House, XX o, per rimanere dalle nostre parti, Be Forest. Un disco essenziale ed asciutto, ma preciso ed efficace. Un'ottima conferma.
Alcuni anni fa, Alessandro Fabbricat aveva messo in piedi una piccola band per cui mi ero preso una bella cotta: i Wax Anatomical Models, emo e nervosissimi, con qualche collaborazione anche di Pernazza. Si sciolsero dopo un solo EP, lasciandomi l'amaro in bocca per un bel po' di potenzialità non espresse. Ora Alessandro si riaffaccia con una nuova formazione, i Regata, e un nuovo singolo di tre tracce (per ora solo su YouTube e dentro un bellissimo cd che assomiglia a una confezione di medicinali). Il cantato ora è in italiano e i suoni si sono fatti ormai del tutto elettronici, ma l'approccio è rimasto lo stesso, molto teso e diretto, super orecchiabile e super divertente. Non vedo l'ora di sentire di più.
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