«Quando ieri pomeriggio è uscita la notizia che il venerabile Pitchfork era stato acquistato da Condé Nast ho passato una mezz’ora molto divertente. Messaggi a raffica di amici che scrivevano “oh, ma hai sentito?”, battute sagaci su Twitter, thread di commenti censurabili su Facebook, tutti i feed in costante aggiornamento. Era il nostro piccolo momento “Newsroom” da cameretta. Si percepiva in maniera confusa uno Zeitgeist frenetico. Era una lontana e misteriosa operazione economica (le cui cifre non sono per ora nemmeno note), ma sembrava che avesse a che fare con le nostre vite molto più della prossima legge finanziaria italiana.»
(da "Condé Nast compra Pitchfork: la fine dell'indie?")
Per fortuna proprio ieri mi era capitato di leggere su Studio un interessante articolo a proposito della sovrabbondanza di contenuti editoriali disponibili in rete. Poi in serata sono finito a scrivere un fin troppo lungo pezzo per Rockit sulla notizia del giorno. Chissà se è davvero la fine di un'era (ne abbiamo già viste molte, in ogni caso), oppure l'inizio di una nuova (quale sarebbe questa volta la radicale novità?), però è stato piuttosto divertente seguire la faccenda minuto per minuto, come ogni "very passionate millennial male" che si rispetti!
Day Wave - You Are Who You Are
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