You came here asking, now you’re going away


The Mantles - All Odds End



Indecisa e indolente, la storia che si distende tra le canzoni del nuovo All Odds End dei Mantles sembra passare da un momento di sospesa incertezza a un altro: trascorrere il giorno seduto sulla porta ad aspettare che piova; non capire come e perché alzarsi dal letto la mattina; il silenzioso appassire delle speranze; un amore che non sa come risolversi. Nemmeno se riuscirai a tornare a casa, canta lieve la voce di Michael Olivares, smetterai di sentirti inutile e inquieto. Ogni decisione sembra delegata, fatalmente: "Let me know if you ever decide / contact me and I'll burn", per citare il magnifico singolo Doorframe. La band di Oakland appare sempre più lontana da discendenze garage rock e sempre più incline a un pop psichedelico (ancora e sempre Nuova Zelanda a fare scuola) carico di autunnale malinconia, anche quando spinge maggiormente sull'acceleratore (Lay It Down, oppure Police My Love). La differenza rispetto ai lavori precedenti sta, in buona parte, nell'ingresso in formazione del nuovo bassista Matt Bullimore, già nei Legs, e soprattutto in quello di Carly Putnam alle tastiere, i cui arrangiamenti puntuali contribuiscono a creare un'atmosfera più sofisticata, un vintage frugale che ricorda certi Anni Ottanta, quelli niente affatto patinati. Una scelta simile a quella di un altro californiano che negli ultimi anni ha cambiato pelle, pur mantenendo il suo stile unico, ovvero Sonny Smith, con i suoi Sonny & The Sunsets e i mille altri progetti. Le recensioni di All Odds End forse non andranno oltre quei sette e mezzo di disinteressata simpatia, presto dimenticati, ma i Mantles si confermano una band capace di scrivere canzoni agrodolci con una classe non comune.










The Mantles - Hate To See You Go





The Mantles - Doorframe

Commenti