Vedi a cosa servono le classifiche di fine anno: è stato grazie a quella di Norman Records che mi sono accorto di essermi perso Azur, nuovo album dei Triptides, uscito ormai a luglio. Eppure la band di Bloomington, Indiana da queste parti è parecchio apprezzata, e per esempio era già finita dentro un nastrone estivo del 2011. Il loro suono nel frattempo si è smussato e disteso: quello che potremmo chiamare "garage surf" (più per il colore che altro) si è ammorbidito in un prolungato bagno di psichedelia. Ovunque si citano paragoni con Beach Fossils e Real Estate, ed è assolutamente corretto, ma nei Triptides persiste qualche accento di bassa fedeltà più pronunciato, come se risalendo dalla spiaggia i ragazzi si fossero persi di proposito, e non avessero tutta questa fretta di togliersi di dosso la sabbia e il sale. Ascoltare Azur in questi giorni sepolti dalla nebbia fa un effetto straniante, aggiunge una specie di malinconia per un'estate che poteva essere e non è stata. Meglio lasciarsi andare dentro queste jangling guitars, chiudere gli occhi e godersi il sole caldo di queste canzoni.
Triptides - Where You Are
Triptides - Hideout
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