C'è stata una stagione, schietta e divertente, in cui una band come gli Shout Out Louds poteva anche cambiarti la vita. Oggi a qualcuno una frase del genere farà sorridere, e vista da qui la prospettiva appare davvero più semplice. Da allora l'indie rock ha già cambiato pelle altre cento volte, ma a me è andata così, e alla fine ne sono felice. Ora la band svedese sembra attraversare una prolungata fase di stallo: Bebban Stenborg ha finalmente debuttato con gli Astropol (insieme a Peter Morén del trio Peter, Bjorn & John), mentre Carl Von Arbin sembra essersi dedicato ormai a tempo pieno a grafica e fotografia, Eric Edman era sparito dalle scene già negli ultimi tour, e Adam Olenius non fa uscire nulla del side project We Are Serenades da almeno tre anni.
Resta il bassista Ted Malmros, che insieme alla moglie Sarah Snavely (già nei Dag För Dag), e con l'aiuto di Victor Hvidfeldt alla batteria, ha dato vita agli A Nighthawk, orientati a sonorità più elettroniche e dark. Dopo un paio di EP pubblicati da Ingrid arriva ora l'album Ice In The Belly, Fire In The Mind, autoproduzione in uscita per il collettivo Dead Dandelion. Siamo in un territorio del tutto nuovo: composizioni scarne, ritmi ipnotici, atmosfere spesso tese e misteriose. Mi vengono in mente paragoni con nomi recenti del pop nordico, tipo Lykke Li, o con quel suono contemporaneo post-Lorde. Forse li preferisco quando sono più caldi, melodici e malinconici (come nella eterea Beauty) ma si tratta di un lavoro comunque suggestivo che richiede una certa attenzione per non scivolare via. Chissà se a qualcuno cambieranno mai la vita.
A Nighthawk - Coming For You
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