Sporadica rubrica fatta con i miei sensi di colpa e le vostre email
(ho questo blog da più di quattordici anni e ancora mi trovo tutti i giorni la posta piena di synth-pop, electro e remix house. Dove sono finite le chitarre che amavo? Perché non mi scrive mai nessuno che dice di ispirarsi ai Pants Yell o a Julian Nation? Ok, basta con il prologo frustrato che non interessa a nessuno, avanti con la musica)
Se, come me, amate i Trust Fund dovete assolutamente ascoltare i Grubbs, trio di Bristol che vede al proprio interno proprio Roxy Brennan (ex compagna di formazione di Ellis Jones, ora nei Joanna Gruesome e titolare del notevole progetto solista Two White Cranes), Owen Williams dei Joanna Gruesome e Jake May (giornalista musicale e a quanto pare infaticabile promotore DIY). It Must Be Grubs è il titolo del veloce e rumoroso album di debutto, uscito l'autunno scorso e ora ripubblicato in vinile da Tuff Enuff Records!
Provenire dalla Nuova Zelanda e citare come riferimento principale i Clean non sembra particolarmente originale, ma se lo stesso David Kilgour ha suonato insieme a te, e inoltre pubblichi per Flying Nun, forse qualche credito te lo sei conquistato. I Surf Friends, da Auckland, non devono aver perso molto tempo sulla scelta del nome ma con l''EP Dreams Are Real un bel suono estivo e senza fronzoli l'hanno azzeccato. "We are two mates who love surfing and playing music": che altro serve?
Pensavate che una giovane band italiana ispirata a suoni sognanti shoegaze ormai non potesse più stupirvi? Dovrete ricredervi ascoltando gli Hidden Hind, quintetto bresciano appena uscito con un omonimo Ep di debutto per Sherpa Records. Idee chiare, riferimenti sia classici (Ride) che contemporanei (Beach House) molto netti, e soprattutto un'arma segreta nella voce incisiva di Alessandra Testoni. Promettenti è una parola abusata che però per loro mi sento di spendere con una certa sicurezza.
The Halfways si presentano in maniera un po' anonima: quartetto da Austin, Texas, nato dal songwriter Daniel Fernandez, "that incorporates a variety of different styles to arrive at a unique mixture of sounds". Però poi faccio partire il soundcloud e c'è questa psichedelia molto leggera e tranquilla, a volte quasi con accenti Real Estate, a volte più sognante alla Woods, davvero niente male. Domani pubblicano un EP di quattro tracce con la copertina disegnata da Shane Butler dei Quilt.
Poche cose devono essere difficili oggi come diventare la next big thing nel giro indie rock inglese, suonando un garage-punk super fuzzy. Nonostante tutto, un bell'hype sembra circondare questi londinesi Virgin Kids. Dopo avere diviso palchi con gente del calibro di Jacuzzi Boys, Coathangers e Dirty Fences, nel mese di marzo arriverà Greasewheel, album di debutto pubblicato da Burger Records (US) e Fluffer Records (UK).
(ho questo blog da più di quattordici anni e ancora mi trovo tutti i giorni la posta piena di synth-pop, electro e remix house. Dove sono finite le chitarre che amavo? Perché non mi scrive mai nessuno che dice di ispirarsi ai Pants Yell o a Julian Nation? Ok, basta con il prologo frustrato che non interessa a nessuno, avanti con la musica)
Se, come me, amate i Trust Fund dovete assolutamente ascoltare i Grubbs, trio di Bristol che vede al proprio interno proprio Roxy Brennan (ex compagna di formazione di Ellis Jones, ora nei Joanna Gruesome e titolare del notevole progetto solista Two White Cranes), Owen Williams dei Joanna Gruesome e Jake May (giornalista musicale e a quanto pare infaticabile promotore DIY). It Must Be Grubs è il titolo del veloce e rumoroso album di debutto, uscito l'autunno scorso e ora ripubblicato in vinile da Tuff Enuff Records!
Provenire dalla Nuova Zelanda e citare come riferimento principale i Clean non sembra particolarmente originale, ma se lo stesso David Kilgour ha suonato insieme a te, e inoltre pubblichi per Flying Nun, forse qualche credito te lo sei conquistato. I Surf Friends, da Auckland, non devono aver perso molto tempo sulla scelta del nome ma con l''EP Dreams Are Real un bel suono estivo e senza fronzoli l'hanno azzeccato. "We are two mates who love surfing and playing music": che altro serve?
Pensavate che una giovane band italiana ispirata a suoni sognanti shoegaze ormai non potesse più stupirvi? Dovrete ricredervi ascoltando gli Hidden Hind, quintetto bresciano appena uscito con un omonimo Ep di debutto per Sherpa Records. Idee chiare, riferimenti sia classici (Ride) che contemporanei (Beach House) molto netti, e soprattutto un'arma segreta nella voce incisiva di Alessandra Testoni. Promettenti è una parola abusata che però per loro mi sento di spendere con una certa sicurezza.
The Halfways si presentano in maniera un po' anonima: quartetto da Austin, Texas, nato dal songwriter Daniel Fernandez, "that incorporates a variety of different styles to arrive at a unique mixture of sounds". Però poi faccio partire il soundcloud e c'è questa psichedelia molto leggera e tranquilla, a volte quasi con accenti Real Estate, a volte più sognante alla Woods, davvero niente male. Domani pubblicano un EP di quattro tracce con la copertina disegnata da Shane Butler dei Quilt.
Poche cose devono essere difficili oggi come diventare la next big thing nel giro indie rock inglese, suonando un garage-punk super fuzzy. Nonostante tutto, un bell'hype sembra circondare questi londinesi Virgin Kids. Dopo avere diviso palchi con gente del calibro di Jacuzzi Boys, Coathangers e Dirty Fences, nel mese di marzo arriverà Greasewheel, album di debutto pubblicato da Burger Records (US) e Fluffer Records (UK).
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