Tempo che vola via, anche un quarto d'ora fa la differenza questa sera, una corsa sotto la pioggia, l'impazienza di arrivare, l'insofferenza che fa cambiare strada all'improvviso pur di non restare fermi. In quello scarto, invisibile e perso in mezzo a quelli di tutti gli altri, c'è una geografia nascosta, un sentiero fatto di parole da trovare, da mettere assieme nell'unica maniera giusta. E soltanto a quel punto, arrivati finalmente a casa, "nuoteremo nei fiumi a nord del futuro".
Le canzoni degli X-Ray Picnic sono piene zeppe di mappe, direzioni, prospettive, punti cardinali che servono a cercare l'ordine nei pensieri, a farsi largo tra i dubbi. Raccontano incontri dove le strade si incrociano, strade meticolosamente percorse a piedi, zaino in spalla, e lunghi tragitti in macchina. Per ritrovare casa bisogna ritrovare quei due occhi che ci sorridono e che hanno mandato all'aria i nostri giorni.
La musica sembra fare di tutto per rincorrere questa tensione. Chitarre nervose e ritmica incalzante. Il primo aggettivo che mi viene in mente è "irrequieta". Ma è una tensione positiva, energie nuove che spingono, un incitamento al fare, al prestare attenzione al qui e ora: "there are only two days of the year when you can't do anything: yesterday and tomorrow". La musica segue a passo svelto questa necessità.
Quando ho avuto l'onore di ospitare gli X-Ray Picnic in radio un anno fa, per uno dei loro primi live in assoluto, non ho potuto fare a meno di notare che il loro suono asciutto sembra avere poco in comune con le band da cui i quattro provengono. Tunas, Chow, Sumo, Sameoldsong, Yuri Gagarin: sono nomi che associo ad anni di infuocate serate punk e garage. Fabrizio, Davide, Davide Deitunas e Pietro: gente che ha sudato su centinaia di palchi. Invece per questo nuovo progetto hanno scelto riferimenti diversi. Dentro il loro clamoroso debutto autoprodotto More Than Nothing ci trovo i Clean e i Verlaines, ma anche i R.E.M. più spigolosi degli Anni Ottanta, e pure certi Silver Jews. Registrato da Jonathan Clancy (His Clancyness / A Classic Education) e Nico Pasquini (Stromboli), More Than Nothing sembra a prima vita un disco aspro, poco accomodante. Eppure, a poco a poco, rivela un altro carattere, come un sentiero che inizia in salita e soltanto più avanti si apre e si distende, e giunge all'altopiano: "I got a new life, I got it overnight... because of you, you!".
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