Può un greco trapiantato in Gran Bretagna suonare così svedese? A giudicare da quello che Plastic Flowers ci sta facendo ascoltare in questa prima parte di 2016, bisogna proprio rispondere di sì. Il progetto musicale di George Samaras era già passato su queste frequenze, incrociato in qualche lontana puntata del MAP, e da allora era sempre rimasto sul radar. Quel suono pieno di luce che schiude però una serena malinconia, quella voce calda ma al tempo stesso inconsolabile, quelle chitarre scintillanti immerse nei riverberi non potevano lasciarmi indifferente.
La prima anticipazione di Heavenly, secondo album in arrivo a fine aprile su Native Sound, si intitolava Mary (Del) ed era una questione sentimentale ed eterea, un mid tempo cadenzato e indulgente che avrebbe potuto cantare Loney Dear. Questa nuova Diver, celeste e ostinata, è invece del tutto in territorio Radio Dept. (esultiamo!), e io ne sono letteralmente conquistato.
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