Ci sono dischi che sono come mappe. Ogni canzone ti mostra una strada: ascoltarla è come imboccare un sentiero, imparare a conoscere un territorio che prima era inesplorato. Requiescat In Plavem di Krano è uno di quei dischi.
Da fuori e da lontano uno potrebbe pensare al Veneto di oggi come a quello di certe fotografie su Padania Classics. Capannoni, ipermercati e zone industriali, cittadine operose e cieche, statali indifferenti che tagliano una pianura esausta. Krano, vuole la leggenda, si è lasciato alle spalle tutto questo e si è ritirato sulle colline del Valdobbiadene, nome che già da solo evoca brindisi e profumi, e ha registrato un album intero con il solo aiuto di un Tascam 388. La cosa importante è che Krano aveva una missione: "dare indietro qualcosa alla terra in cui è nato". Non credo siano molti i dischi che nascono animati da un simile e nobile proposito.
La musica di Krano risale le rive del fiume Piave (nome questo che, invece, richiama storie di sangue e guerra), e si inoltra per boschi e "valli ubriache di Prosecco". Il fatto davvero straordinario di Requiescat In Plavem è che il linguaggio utilizzato per questa traversata sia in prevalenza quello del country, e soprattutto che la cosa appaia del tutto naturale. Così come sentire il dialetto veneto sopra cadenze folk e dolenti, a volte sensuali (Mi e ti), a volte più acide (Schei), a volte scanzonate (Tosca). Ma come dicevo, Krano disegna una mappa tutta sua. E anche se possiamo ricordare di averlo già visto in azione con i suoi vecchi Vermillion Sands o con i Movie Star Junkies e i Vernon Sèlavy, band che hanno portato il nostro rock'n'roll in giro per il mondo, qui si va per regioni nuove, per stagioni diverse. Amo la semplicità con cui queste canzoni riescono a riferirsi a un tempo mitico, assoluto: "l'era là, l'era istà": non occorre altro. Questo Plavem è carico di memorie (amori, tradimenti, fratelli di bevute), ma è anche un luogo che sembra fantastico e sconosciuto, sovrapposto a ogni cartolina che potremmo immaginarci da qui. La voce di Krano, ebbra, sfuggente eppure appassionata, la sua chitarra malconcia e la sua armonica sono la guida per passare tra questi due piani, per attraversare il fiume e andare a trovare la bellezza: mappa e tesoro al tempo stesso.
Questa sera Krano viene a presentare R.I.P. a Bologna, alla seconda Maple Death Night, insieme a Bad Meds, Holiday INN e J.H. Guraj. Ci si vede a banco!
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