I've been waiting for you to slip back in bed


Cigarettes After Sex - K.



I remember when I first noticed that you liked me back

We were sitting down in a restaurant waiting for the check

We had made love earlier that day with no strings attached,

But I could tell that something had changed how you looked at me then



Kristen, come right back

I've been waiting for you to slip back in bed

When you light the candle



And on the Lower East Side you're dancing withe me now

And I'm taking pictures of you with flowers on the wall

Think I like you best when you're dressed in black from head to toe

Think I like you best when you're just with me and no one else...



And I'm kissing you lying in my room

Holding you until you fall asleep

And it's just as good as I knew it would be

Stay with me

I don't want you to leave...








Ero rimasto abbastanza fuori dall'hype che nell'ultimo anno è andato crescendo intorno a Cigarettes After Sex. Non trovavo le canzoni del suo primo EP così sconvolgenti come si leggeva in giro, o comunque niente che non avessimo già avuto dai Mazzy Star (tanto per citare un riferimento lampante), non mi faceva troppa impressione il milione di visualizzazioni su YouTube, e se devo dirla tutta consideravo il nome d'arte scelto da Greg Gonzalez piuttosto dozzinale.

Poi ieri, proprio quando mancano poche settimane al concerto del Covo (data unica!), è uscito questo nuovo singolo intitolato soltanto K., ed è stato un vero colpo al cuore. Lo ascolto a ripetizione e ciondolo la testa e sorrido ogni volta, quando dice "slip back in bed". Sono così innamorato che non trovo nemmeno fuori luogo il fatto che Stereogum tiri in ballo il sacro nome dei Clientele. Sono così innamorato che questa ossessione per lo slow motion a tutti i costi non mi sembra più antipatica e artificiosa, anzi, qui forse si poteva rallentare ancora un po'. È bastato poco: un po' di archi felpati, un po' di riverberi più caldi, e tutto quello che prima sembrava a un passo dalla parodia di Lana Del Rey ora suona genuino e quasi velvetiano. 

K. è una storia piccola, che sembra uscita da un tumblr con foto di candele, ragazze dalle gambe lunghissime sedute davanti alla finestra che ti guardano negli occhi e frasi intense scritte in corsivo. Eppure funziona (o almeno funziona con me) benissimo, anche perché qui Gonzalez sembra più sciolto, meno impegnato a cercare a tutti i costi ombre maledette. Musica in bianco e nero da notte fonda, come deve essere, piena di sussurri e sfioramenti. Se K. è un'indicazione utile per capire come sarà l'atteso album in arrivo a inizio 2017 possiamo prepararci a una lunga storia d'amore.

Commenti