Il mese scorso questo blog ha compiuto quindici anni. Gli stessi della piccola trasmissione che faccio ogni settimana su Radio Città del Capo. Sì, fa un po' effetto a scriverlo così, ma ci ho pensato su e poi ho deciso che in effetti non avevo molto da dire a riguardo, né qui né in onda. Mi piace ancora, come la prima volta, mettere musica per la città, Bologna, continuando a immaginare in maniera un po' romantica e un po' anacronistica le canzoni che volano per l'etere di notte, tra le antenne. Chissà se le ascolta qualcuno, e dove, e come. Mi piace ancora, quando ho tempo, provare a scrivere su queste pagine il perché mi fanno innamorare certi dischi o certi gruppi. Come vedete non è molto. Mettere canzoni una dopo l'altra, mettere parole una dopo l'altra: spero continui a essere sempre così divertente, spero di non diventare mai una persona che trova noiose questo genere di cose. Il banale motivo per cui non mi stanca ancora il giochino delle classifiche dei dischi di fine anno (anche quello diventato ormai sempre più anacronistico), è che la fine dell'anno è una buona scusa per ripassare i vari nastroni, calendari di concerti, podcast e post, e andare a vedere se certi buoni propositi valgono ancora, andare a vedere com'è andata. Dato che io ho pochissima memoria, mi piace un sacco ritrovarmi in questo diario.
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10) Unity Floors - Life Admin (Popfrenzy)
Un disco perfetto per sognare l'inizio dell'estate down under mentre qui sopraggiungeva l'inverno. Classico indie rock che, anche quando si fa più aggressivo e incalzante non perde mai quella fantastica sfumatura slacker, quel sorriso pigro e un po' beffardo che fa subito venire in mente nomi sacri come Pavement, Sonic Youth o Guided By Voices.
9) I Cani - Aurora (42 Records)
Quando tutto quello che cercavo era "una scossa dal cuore alla pelle", le parole di Niccolò Contessa erano lì ad aspettarmi, spietate senza bisogno di sarcasmo, in mezzo a un disco sintetico, in apparenza glaciale, ma capace di scaldare e stupire.
(mp3) I Cani - Il posto più freddo
8) The Avalanches - Wildflower (Astralwerks / XL Recordings)
Come superare a destra la retromania assemblando un intero universo di campionamenti e citazioni, senza un briciolo di nostalgia, soltanto per ricostruire una felicità tutta presente, immediata e piena. Dance your pain away!
(mp3) The Avalanches feat. Toro y Moi - If I Was A Folkstar
7) Cosmo - L'ultima festa (42 Records)
Il mio disco italiano dell'estate 2016, e so bene di non essere stato il solo. L'elettronica più umana e raggiante che si sia ascoltata da queste parti da un sacco di tempo, un battito euforico semplicemente contagioso.
(mp3) Cosmo - Le voci
6) Terry Malts - Lost At The Party (Slumberland Records)
I Terry Malts, i miei "excellent self-saboteurs" preferiti, hanno sfornato il loro disco migliore, con una scaletta senza un momento di debolezza, perfetta sintesi di una carriera unica, improbabile trait d'union tra punk e indiepop.
5) His Clancyness - Isolation Culture (Maple Death Records)
Tornare a parlare di "personale e politico" potrà sembrare roba d'altri tempi a qualcuno: in realtà, come raccontano His Clancyness nel loro "disco della maturità", è quanto mai attuale nel presente iperconnesso e condiviso. Dentro queste canzoni, mi ci ritrovo parecchio.
4) Frankie Cosmos - Next Thing (Bayonet Records)
Grazie Frankie Cosmos per aver fatto uscire il tuo nuovo disco in primavera, così la primavera potrà sbocciare e risplendere, azzurra e incontenibile, risaputa eppure, come ogni volta, nuova. Rigogliosa e luminosa, non ancora lussureggiante ma già irresistibilmente in fiore e indiepop.
3) The Goon Sax - Up To Anything (Chapter Music)
In un certo senso, quello che cerco nell'indiepop è tutto qui, in questi cambi d'umore repentini, in queste note sgraziate, in queste insicurezze sfrontate, nella vacillante bellezza adolescente della musica dei Goon Sax. Per quanto mi riguarda, uno dei debutti dell'anno.
2) The Radio Dept. - Running Out Of Love (Labrador Records)
Tutta la frustrazione e la rabbia che animano il più politico dei dischi dei Radio Dept. (frustrazione e rabbia che, in assoluto stile svedese, si traducono in un'asciutta severità) sono sembrati più adatti che mai a questo 2016, così preoccupante e .
1) Car Seat Headrest - Teens Of Denial (Matador)
Sono contento che il mio disco dell'anno sia di questo prolisso ragazzo della provincia americana. Will Toledo, con la sua voce roca e lamentosa, la sua faccia quasi impassibile e la sua aria da nerd un po' distratto, ha realizzato un disco monumentale, capace di riassumere e fondere la potenza sonica delle chitarre dell'indie rock classico (Built To Spill e Modest Mouse i primi nomi che vengono in mente), la letterarietà di certi National o certi Okkervil River, con un'urgenza post-adolescente, sincera e bruciante, che è unicamente sua e della sua ambizione.
- I miei concerti dell'anno:
Car Seat Headrest @ Mattatoio Club, Carpi (MO) 5 Giugno // Preoccupations @ Locomotiv Club, Bologna 25 Novembre // !!! @ Covo Club, Bologna 27 Febbraio // Red Worm's Farm @ Handmade Festival, Guastalla (RE) 11 Giugno // Terry Malts @ Hana-bi, Marina di Ravenna (RA) 21 Maggio
- Bonus track: un anno di live unplugged in studio a "polaroid - un blog alla radio"!
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