Una rubrica che una volta si chiamava "Polaroids From The Web" [*]
► Esce domani per la neonata etichetta Some Other Planet Records, il debutto eponimo dei Cairobi e sul sito di Radio Città del Capo potete già ascoltarlo in anterprima streaming! Ricordate il fantastico Archaeology Of The Future dei Vadoinmessico? I Cairobi sono il proseguimento di quella esperienza, e la loro musica continua a mescolare gioioso afro-pop e influenze folk, questa volta con sfumature più psichedeliche e dark:
► Nell'epoca di Spotify e delle playlist, nessuno sembra avere la formula magica per rimettere in piedi il mercato discografico da zero. Il modello alternativo di Bandcamp, nonostante tutto, è la piattaforma che mi convince di più e che mi sta più simaptica. Hanno diffuso i più che positivi numeri del 2016 e, al netto delle comprensibili fanfare, hanno aggiunto anche un'altra considerazione di stampo, diciamo così, più etico/politico, che mi sembra interessante: «if subscription music rental can't work as a standalone business, then it will only exist as a service offered by corporate behemoths to draw customers into the parts of their businesses where they do make money, like selling phones, service plans, or merchandise».
► «They’re there to see a show, and they’re not even watching you—they’re watching a projection of you that’s in their brain. They’re there to feel their own emotions, and sort their own feelings out»: bella intervista a Mitski su Creative Independent in cui racconta com'è stato passare da opening act a headliner, e tutto quello che ha dovuto imparare.
► Un'intervista già linkata ovunque, ma che voglio segnalare anche io e tenere qui, a futura memoria: "We Have To Invent The Future: An Unseen Interview With Mark Fisher" (via The Quietus): «I think certain kinds of disconnection are needed now. Unplugging from certain kinds of networks. I was speaking to my students about trying to unplug – we are in a new phase of human life I think. In the 70s, boredom was a big problem. Boredom was an existential void, boredom could then be thrown back at the entertainment industry and mainstream culture and it was also a challenge to ourselves: why are we allowing ourselves to be bored? Given that we are finite animals and we are gonna die, it was a moral scandal of insane proportions that we can ever be bored. But now boredom is a luxury we don’t have any more».
► Wannafeelold (1): Drinking In L.A. usciva vent'anni fa (anche se avrebbe avuto successo l'estate successiva) e su Noisey viene giustamente celebrata come "the trippy slacker anthem" per eccellenza.
► Wannafeelold (2): siamo già al revival di Skins? No, cioè, sul serio? Non ne sarei così sicuro, ma in ogni caso Noisey (ancora!) pubblica un'analisi piuttosto lunga dal titolo "How the 'Skins'Soundtrack Captured Youth Culture in the 2000s".
► Lettura obbligatoria sul Guardian in queste cupe giornate, ma nonostante tutto non molto consolante: "Protest songs: soundtracking Trump's first days in office with the National, Bon Iver and more"
► Il piccolo saggio introduttivo della "Pitchfork's 50 Best IDM Albums of All Time" è firmato da Simon Reynolds, un po' troppo conciso ma impecccabile come sempre.
► Un articolo su The 405 che cerca di essere ottimista ma che in realtà trovo irritatante in più di un passaggio: "Despite What Everyone is Saying, Albums Are Alive as Ever".
► Lungo, approfondito e abbastanza demoralizzante articolo su Consequence Of Sound che non si occupa soltanto dei nuovi album di band come Japandroids, Real Estate o Cloud Nothings, ma tenta di dare un senso al contesto di relativo disinteresse per il rock'n'roll e la musica fatta con le chitarre nel 2017: «The problem and the paradox for rock music isn’t that it’s making no money, but that fans might be mortgaging the genre’s future by investing so many dollars in its past».
► Esce domani per la neonata etichetta Some Other Planet Records, il debutto eponimo dei Cairobi e sul sito di Radio Città del Capo potete già ascoltarlo in anterprima streaming! Ricordate il fantastico Archaeology Of The Future dei Vadoinmessico? I Cairobi sono il proseguimento di quella esperienza, e la loro musica continua a mescolare gioioso afro-pop e influenze folk, questa volta con sfumature più psichedeliche e dark:
► Nell'epoca di Spotify e delle playlist, nessuno sembra avere la formula magica per rimettere in piedi il mercato discografico da zero. Il modello alternativo di Bandcamp, nonostante tutto, è la piattaforma che mi convince di più e che mi sta più simaptica. Hanno diffuso i più che positivi numeri del 2016 e, al netto delle comprensibili fanfare, hanno aggiunto anche un'altra considerazione di stampo, diciamo così, più etico/politico, che mi sembra interessante: «if subscription music rental can't work as a standalone business, then it will only exist as a service offered by corporate behemoths to draw customers into the parts of their businesses where they do make money, like selling phones, service plans, or merchandise».
► «They’re there to see a show, and they’re not even watching you—they’re watching a projection of you that’s in their brain. They’re there to feel their own emotions, and sort their own feelings out»: bella intervista a Mitski su Creative Independent in cui racconta com'è stato passare da opening act a headliner, e tutto quello che ha dovuto imparare.
► Un'intervista già linkata ovunque, ma che voglio segnalare anche io e tenere qui, a futura memoria: "We Have To Invent The Future: An Unseen Interview With Mark Fisher" (via The Quietus): «I think certain kinds of disconnection are needed now. Unplugging from certain kinds of networks. I was speaking to my students about trying to unplug – we are in a new phase of human life I think. In the 70s, boredom was a big problem. Boredom was an existential void, boredom could then be thrown back at the entertainment industry and mainstream culture and it was also a challenge to ourselves: why are we allowing ourselves to be bored? Given that we are finite animals and we are gonna die, it was a moral scandal of insane proportions that we can ever be bored. But now boredom is a luxury we don’t have any more».
► Wannafeelold (1): Drinking In L.A. usciva vent'anni fa (anche se avrebbe avuto successo l'estate successiva) e su Noisey viene giustamente celebrata come "the trippy slacker anthem" per eccellenza.
► Wannafeelold (2): siamo già al revival di Skins? No, cioè, sul serio? Non ne sarei così sicuro, ma in ogni caso Noisey (ancora!) pubblica un'analisi piuttosto lunga dal titolo "How the 'Skins'Soundtrack Captured Youth Culture in the 2000s".
► Lettura obbligatoria sul Guardian in queste cupe giornate, ma nonostante tutto non molto consolante: "Protest songs: soundtracking Trump's first days in office with the National, Bon Iver and more"
► Il piccolo saggio introduttivo della "Pitchfork's 50 Best IDM Albums of All Time" è firmato da Simon Reynolds, un po' troppo conciso ma impecccabile come sempre.
► Un articolo su The 405 che cerca di essere ottimista ma che in realtà trovo irritatante in più di un passaggio: "Despite What Everyone is Saying, Albums Are Alive as Ever".
► Lungo, approfondito e abbastanza demoralizzante articolo su Consequence Of Sound che non si occupa soltanto dei nuovi album di band come Japandroids, Real Estate o Cloud Nothings, ma tenta di dare un senso al contesto di relativo disinteresse per il rock'n'roll e la musica fatta con le chitarre nel 2017: «The problem and the paradox for rock music isn’t that it’s making no money, but that fans might be mortgaging the genre’s future by investing so many dollars in its past».
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