Pare che Wesley Gonzalez sia "no longer interested in playing guitar", ma io credo non smetterò di ascoltarlo anche nel caso suonasse due sassi sbattuti. E quando non scriverà più musica e continuerà a declamare i suoi versi crudeli e sconsolati, cantando le sue melodie beffarde in fondo al bancone di qualche pub londinese, io sarò ancora suo fan. Quella che è stata la precoce voce dei Let's Wrestle qui a polaroid avrà sempre un posto di riguardo. Il suo primo album solista è un avvenimento di cui bisogna dare conto con ogni riguardo. E sì: non ci sono chitarre, non c'è punk né indie rock né indiepop (vade retro!), ma la sua scrittura, la sua cattiveria e la sua poesia sono ancora le stesse, sono ancora tutte lì. Wesley Gonzalez lo riconosci alla prima nota.
"Misery don't love company / I'm not sleeping peacefully": Wesley è uscito dalla droga, dalla noia, dal banale tedio della sua giovinezza, e da non so che altro, ma riesce ancora a raccontare con ammirevole accuratezza la perfida maniera in cui la tragedia e la miseria di questa vita solitaria si mescolano a immotivate pulsioni, bassi desideri, tutti i persitenti accanimenti di cui è composta un'esistenza. "It's a terrible shame to get just what you need". C'è tutto il suo malessere e il suo sgomento dentro due semplici versi come "An adult, some freedom / what does it mean?".
Per costuire questo magnifico Excellent Musician Wesley si è fatto autodidatta di pianoforte e tastiere, racconta di essersi immerso in Al Green E Stevie Wonder (quanto di più lontano da Hüsker Dü e Wedding Present, un paio dei riferimenti più comuni per la sua precedente band). Lo immagino imprecare e sudare per mesi sui controlli di qualche synth Korg vintage, eppure alla fine eccolo qui, con le sue barcollanti composizioni tra XTC e David Bowie (e più in fondo, Beatles e Kinks), brillante e capace come pochi di raccontare piccole storie spietate e così dannatamente inglesi: "A song to sing, a song to be blunt / When did you start living life as a cunt?".
Dentro queste canzoni l'amore è un difficile compromesso, l'affetto dei cari assomiglia più a un ricatto e gli amici non sono mai affidabili molto a lungo: eppure la musica racconta un pop raffinato, allude con certi arrangiamenti di sax e fiati a una insospettabile spavalderia, a feste eleganti che non sappiamo più se sono un ricordo vissuto o meno. Il "musicista eccellente" è quello che ha imparato meglio di tutti che lo spettacolo prosegue sempre, nonostante gli errori di percorso, nonostante i costumi ormai logori, nonostante a volte la sua voce non sembri arrivare fino a dove vorrebbe. Ma lui è lì, il palcoscenico è suo, e Wesley canterà con tutto lo stile e la dedizione di un disgraziato hooligan che la vocazione ha chiamato all'arte. Grazie, davvero.
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