Lost and found





Devo ringraziare (una volta di più) Fabio De Luca e il suo The Tuesday Tapes per la scoperta di questi En Attendant Ana, band parigina che ha da poco pubblicato il secondo album Lost And Found. La parola chiave che nella sua introduzione mi ha subito messo in allerta è stata la sigla "C86", a cui su queste pagine, proprio insieme a Tuesday Tapes, avevamo dedicato una lunga lettera d'amore in forma di podcast a quattro mani.

In realtà, l'evidente eredità del C86 e dell'indiepop più classico è soltanto uno tra gli ingredienti che gli En Attendant Ana riescono a stipare dentro la loro musica. Da una parte, canzoni come This Could Be oppure Why Is Your Body So Hard To Carry sembrano davvero prendere la maggiore ispirazione dal catalogo degli Heavenly o degli Shop Assistants. Ma in altri momenti prevalgono melodie distese che mi hanno fatto tornare in mente i Camera Obscura (I Don't Even Know Your Name) o ritornelli capricciosi alla Veronica Falls (The Violence Inside). Oltre che dalla bella voce di Margaux Bouchaudon, che in certi passaggi raggiunge scintille da Laetitia Sadier, il suono si arricchisce negli arrangiamenti di tromba e synth, e riesce a farsi teso (Not So Hard) e aspro, quasi alla Electrelane (Night).

Come spesso accade quando i francesi si addentrano in territori indiepop, Lost And Found si rivela un disco sorprendente, e gli En Attendant Ana un nuovo nome da annotare sulla mappa.








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