In questi undici anni dalla sua prima edizione, ho raccontato l'Indietracks Festival un sacco di volte: su siti che non esistono più, come Vitaminic o Rolling Stone, attraverso una quantità di speciali alla radio, e perfino sulle pagine di una storica rivista come Rockerilla. Quest'anno me lo perderò e devo dire che mi dispiace parecchio, perché l'Indietracks - come scrive un'intervista a uno degli organizzatori, Andy Hudson - resta ancora "the Mecca of the indie pop community".
La line-up di quest'anno (che ovviamente non trascura il gender balance) è come sempre suddivisa in maniera abbastanza equilibrata tra alcuni veterani della scena, come British Sea Power, Darren Hayman e Gwenno, qualche nome hype più recente (quest'anno Anna Burch, Girl Ray e Amber Arcades, tra gli altri), qualche immancabile reunion (Even As We Speak e Boyracer, direttamente dal catalogo Sarah!), e poi un'infinità di band che non hai mai sentito prima, più o meno giovani, che magari suoneranno all'inizio del pomeriggio, nella chiesetta di legno davanti a trenta persone. Ecco, io vivo per quei concerti lì, e buona parte dell'emozione di andare all'Indietracks resta ancora la pura e semplice scoperta.
Quindi oggi, per combattere la malinconia che mi sta salendo in vista del weekend mancato nel Derbyshire, vi ho preparato una piccola playlist che tralascia i nomi più noti o prevedibili (Spinning Coin, Mikey Collins, Tigercats, Eureka California...) e raccoglie alcune di queste nuove band "da segnare in agenda", con le canzoni tratte dalla compilation di presentazione del festival 2018.
▶️ Gli All Ashore sono un collettivo di Sheffield che riunisce componenti di una miriade di band locali come Velodrome 2000, Bouquet, Plouf!, Hello How Are You?, The Parallelograms, The Ape Drape Escape, The Penny Licks, The Millipedes e chissà quante altre. Direi che è già un perfetto pedigree da polaroid. In occasione dell'ultimo Record Store Day hanno pubblicato un singolo in split con i Thee Mightees, altra nostra vecchia conoscenza, uscito in collaborazione tra Delicious Clam e Don't Miss The Boat Records. Il loro suono mi sembra li possa avvicinare ai 14 Iced Bears e ai Bearsuit, per darvi idea di una certa loro esuberanza. Hanno anche aggiunto "C86" al loro indirizzo su Facebook, direi che sono già imperdibili.
[Domenica alle 13.20 - Church stage]
▶️ Gli Happy Accidents mi sono sembrati subito il classico gruppo UK che mescola indiepop e rumore in maniera molto sicura e sfrontata, e piaceranno ai fan di un'altra band che all'Indietracks è di casa, ovvero i Martha (il cui side project Onsind quest'anno è di nuovo in cartellone). Nell'ultimo disco Everything But The Here And Now - prodotto da Matthew 'MJ' Johnson degli Hookworms - la batterista Phoebe Cross spesso prende il posto del chitarrista Rich Mandell alla voce, e questo rende la formula ancora più divertente. Dal vivo sicuramente riusciranno a essere ancora più carichi che su disco, mi scende una piccola lacrima da lontano.
[Sabato alle 15 - Indoor stage]
▶️ Gli Ex-Vöid sono il nuovo gruppo di Alanna McArdle e Owen Williams dei Joanna Gruesome. Intorno a loro ruotano musicisti provenienti da Playlounge, Keel Her e Garden Centre, per cui aspettatevi un suono abbastanza ruvido e aggressivo. Non per niente il loro primo singolo è uscito sulla Don Giovanni Records, già casa di Bat Fangs e Screaming Females, giusto per citare due nomi nel ricco catalogo. Quello che rende gli Ex-Vöid ancora più interessanti sono quei momenti in cui si aprono squarci melodici, quasi Teenage Fanclub o Grandaddy. Piccola curiosità: "The name is influenced partly by The Raincoats song The Void, Black Sabbath's Into The Void and the punk band Void". Direi che l'assortimento delle ispirazioni rende già indispensabile il loro set.
[Sabato alle 14 - Indoor stage]
▶️ Da Liverpool, Hollie Marie Smith e Ashley Askin (già nei Red Shoe Diaries) hanno fondato i Marble Season per suonare musica "che li distraesse dal desiderio di prendersi un cane". Ok, a parte questo, Modern Fear, la canzone che me li ha fatti conoscere, parte come AM 180 dei Grandaddy (ancora!) e me li fa stare subito molto simpatici. A giudicare dalle facce e dagli altri demo su Soundcloud, mi aspetto un bel live a bassa fedeltà e altissima felicità, con momenti Flaming Lips e palloncini colorati a profusione.
[Sabato alle 17.20 - Church stage]
▶️ Quattro ragazze che suonano un garage rock dai colori caldi e psichedelici, adatto a un mixtape con dentro Allah-Las o La Luz: le Melenas provengono da Pamplona e tra le tag sotto il loro album d'esordio aggiungono "reverbcore": adorabile. Le loro melodie si distendono con molta calma, lasciando che la musica fluisca e culli senza strappi. Le ragazze sono appena all'inizio della loro carriera ma quest'anno sono già passate al SXSW e in futuro potrebbero regalarci belle sorprese.
[Sabato alle 8.30 - Church stage]
▶️ Certe biografie sembrano fatte apposta per finire nel programma dell'Indietracks. Duo synth e chitarra nato per partecipare a un festival di esordienti, Sophie e Nathalie scrivono canzoni nella loro cameretta, tra una maratona di Sex & The City e l'altra. Abitano a Londra, si fanno chiamare Panic Pocket e cantano "songs about the life-changing magic of female friendship, and the perils of online dating", insomma tutte quelle piccole istantanee di vita quotidiana in forma di twee a bassa fedeltà di cui non ci stancheremo mai.
[Sabato alle 13.30 - Train stage]
▶️ Per la quota svedese, abbiamo la cantautrice originaria di Stoccolma Rebecka Reinhard, che si muove tra composizioni super intime voce e chitarra, e un set completo con la band. Ha una voce dolcissima, e vi piacerà di certo se già apprezzate le canzoni più delicate di nomi come Adult Mom, Lucy Dacus o Eskimeaux. Per quanto mi riguarda, mi ha conquistato alla prima nota, con quegli arpecci sulla drum machine, mentre leggevo la definizione che si è data su Bandcamp: "dream-state inducing indie folk pop with the ability to break your heart".
[Domenica alle 4.30 - Train stage]
▶️ L'indiepop suonato dai Tugboat Captain è quello che sfuma spesso verso il folk, con una strumentazione ricca e mutevole (banjo, fisarmonica, violini...) che riempie la loro scrittura di un sacco di colori. Non per niente il loro ultimo album Everybody Seems To Think That I'm A Raincloud conta addirittura 21 canzoni. Per me che ero un grande fan dei primi Fanfarlo o dei Leisure Society, questo sarebbe un concerto da non perdere.
[Sabato alle 3.20 - Church stage]
▶️ Quel bel dream pop assolato pieno di fuzz che fa battere il cuore a noi fan di Alvvays, Sea Pinks e Hater: ecco il territorio in cui sembrano trovarsi del tutto a loro agio i londinesi Worst Place, guidati dalla voce scintillante di Amy Bache. Sono assieme dal 2016 ma sul loro Soundcloud c'è appena una manciata di canzoni, ragione in più per non lasciarseli scappare dal vivo.
[Venerdì alle 7.30 - Outdoor stage]
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