I won't forget you now, though it may be unspoken


Shy Boys: 'Bell House'



Esiste qualcosa di meno rock’n’roll di una canzone sul tornare a vivere con i propri genitori e passare una piacevole serata in casa? O avete mai sentito una band cantare rimproveri a un amico che non dà abbastanza da mangiare al proprio cane? Benvenuti nel bizzarro, provinciale e schietto mondo di Bell House, il secondo album degli Shy Boys, da Kansas City, e per me soprattutto l’ultimo limpido album da ricordare prima che finisca questa estate 2018. Sì, perché si tratta di un disco estivo all’ennesima potenza, avendo come principali riferimenti le armonie vocali dei Beach Boys (vedi l’apertura a cappella di Miracle Gro, dedicata a una fioritura, diciamo così, molto speciale e preziosa) e certe melodie senza tempo di band come Thin Lizzy, Supertramp o Crosby Still & Nash. O, in alternativa, se vogliamo citare qualcuno più vicino a noi nel tempo, certe invenzioni di Shins e Real Estate.

Proprio questi ultimi mi vengono in mente soprattutto in un paio di canzoni (Evil Sin e la title track), ma la peculiarità degli Shy Boys è quella di creare atmosfere sospese non facendo ricorso alle foschie dei riverberi e degli strati di suono, bensì giocando per sottrazione, con elementi minimi, vorrei quasi dire “fragili”, dispensati con molta misura ed efficacia. Quelle code di tre note ripetute e ipnotiche, quel suono di batterie così pastose, quelle slide guitar che disegnano un controcanto di soppiatto, quegli handclap così “innocenti”, rivelano una consapevolezza e una chiarezza di intenzioni che gli Shy Boys sembrano quasi voler nascondere dietro le loro storie dimesse di ragazzi del Midwest, magari un po’ “stoned” ma oramai cresciuti e maturi.

Di certo questa maturità rispetto agli esordi lo-fi sarà in parte merito del passaggio sulla più grossa Polyvinyl, ma forse come scrive Kevin Morby, davvero gli Shy Boys sono “the heartland’s answer to The Beach Boys had Alex Chilton been on guitar”. Qualunque sia la risposta, immergetevi con serenità in questo suono placido e caldo. Raccogliete senza fretta un ultimo raggio di tramonto nel cortile dietro casa, salutate gli amici di una vita, svuotate il posacenere prima che quella dolcissima Champion di vostra madre veda in giro filtri e cartine, e rientrate in tempo per la cena.










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