He took the highest ladder to reach the night


Motorama - Many Nights



Un giorno, da ragazzo, la nebbia che copriva la pianura mi sfiorò la guancia e mi disse: l'autunno ti piacerà per sempre. Sono cresciuto, ho lasciato case, dimenticato nomi, altri hanno dimenticato il mio, il cuore si è fatto avaro e poi di nuovo duttile. Ma la luce dell'autunno è rimasta sempre nei miei occhi.

C'è molta musica in questa luce e in questo autunno, e alcune band sanno leggerla bene, come seguendo un sentiero intriso d'acqua, un bordo di foglie cadute, un marciapiede cupo di abitudini, un colore che passa dal grigio sgranato all'azzurro trasparente in un soffio di vento suburbano, dopo l'arrivo della pioggia, prima che la nebbia, che non vedo quasi più, torni a dirmi che non si è dimenticata di me.

Una di queste band sono senza dubbio i Motorama. Con loro era stato amore a prima vista, e nel corso degli anni, dei dischi e dei concerti visti ogni volta che era possibile, quell'amore è andato avanti senza bisogno di spiegazioni. Many Nights è il loro quinto lavoro, quello in cui si sono allontanati come mai prima dalla loro origine, eppure continuano a colpirmi con una precisione e un'efficacia che mi sbalordisce.

Forse la band di Rostov sul Don era stanca di vedere invariabilmente citati soltanto i Joy Division in ogni recensione e hanno deciso di dare una svolta ancora più sintetica al loro suono, aggiungendo però ulteriore morbidezza e un timbro balearico alle canzoni come mai avevano fatto prima. L'attacco del disco, con Second Part, o altri momenti come He Will Disappear, dentro cui sembrano risuonare bucolici flauti, potresti immaginarli usciti dalle mani degli Air France, mentre in Voice From The Choir oppure in You & The Others ritrovo certi Tough Alliance meno aggressivi. Sarà perché Vladislav Parshin questa volta canta in un registro meno Matt Berninger, o perché il basso ogni tanto si stacca dal post-punk più dogmatico e si abbandona al groove, oppure sarà che qui compaiono più percussioni, mentre i tappeti di pad avvolgono e riscaldano quelle che una volta erano atmosfere gelide e sotto vuoto. E anche se i Motorama non sono mai stati una band che potresti chiamare "spensierata", quando decidono di virare verso territori più jangle pop che già conoscevano, come in Homewards, questa volta lo fanno con una leggerezza inedita per loro.

L'effetto complessivo di Many Nights è di un'opera più ampia e ambiziosa, un passo avanti rispetto alla strada percorsa fino a oggi. Bentornato autunno.







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