The last little while has left me with a bitter taste


The Seams - Another Side of the Seams



Anche tu hai bisogno di quel suono di chitarre morbido-ma-non-troppo, diciamo un po' R.E.M. un po' Prefab Sprout, che di lunedì funziona meglio di un thermos di caffè? Sono abbastanza sicuro che The Seams potrebbero fare al caso tuo. Un paio d'anni fa, all'epoca dell'esordio, il quartetto di Vancouver era stato presentato come un supergruppo della scena cittadina, dato che la formazione vede al suo interno musicisti provenienti da band come Fake Palms, Elsa, WISH e in precedenza U.S. Girls. Ora che è uscito questo nuovo Another Side Of The Seams (anche in vinile per Meritorio Records), credo sia abbastanza chiaro che si tratta di un progetto solido e consistente, e che non ha nulla di estemporaneo. Uno dei punti di forza del nuovo album sta nel gioco delle due voci di Jonathan Rogers e Kyle Connolly, ora suadenti ora più risolute, la maniera differente in cui caratterizzano con cura ogni traccia. Puoi avere quel jangle-pop Go-Betweens di pezzi come On The Shelf, momenti magnificamente smithsiani tipo All In A Day, o un singolo quasi Real Estate come Lemonade, mentre Wait Up ti avvicina con quel passo sornione da M Ward, e nella conclusiva Glue soffia quell'aria trasparente e limpida Teenage Fanclub. "Another side", dicono con fin troppa modestia i Seams: io spero che ne svelino presto molti altri ancora.







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