"Something about Christmas makes me cry" forse non è il verso migliore per aprire questa rubrica, ma se la canzone si intitola Emo Christmas e a cantarla è Wavves ci sono buone ragioni per credere che tutto sommato sia solo per strappare un sorriso durante le feste. Niente male anche la b-side So Glad It's Christmas, scritta dal suo bassista Stephen Pope. Melodie e feedback un po' surf/Weezer, un po' Ramones/Spector, molto adatte a chi sotto l'albero troverà proprio la sua prima chitarra: "two new sad songs for your fireside chatting, egg nog drinking, Christmas tree smoking pleasure".
L'album di debutto dei neozelandesi The Beths, l'acclamato Future Me Hates Me è già presente in diverse classifiche di fine anno (meritatamente) e così la band di Auckland ha deciso di ringraziare i fan per questa annata clamorosa con un singolo natalizio. Non sono andati per il sottile, hanno scelto un super classico come Have Yourself a Merry Little Christmas e ne hanno dato una versione calligrafica, con tanto di cori sontuosi, tappetoni di archi e pomposo assolo di chitarra centrale. Un po' sfoggio di bravura, ma per me portano a casa il (sentimentale) risultato.
Quartetto abbastanza misterioso di South London formato da Lucy, Damien, Doug e Matthew ("the boys have all played in other bands, but this is my first"...), The Hannah Barberas sono nati appena lo scorso maggio ma hanno all'attivo già tre EP e un account Instagram con una decina di foto tra cui: la Signora In Giallo, John Peel e dei gattini. Ora decidono di "buttarsi sul carrozzone del Natale" e pubblicano questo quarto lavoro, intitolato appunto The Hannah Barberas' Christmas Bandwagon. Si definiscono "DIY Pop Partisans" e le travolgenti jangling guitars, i suoni a bassa fedeltà, e il divertimento che si percepisce a ogni nota lo confermano. Queste quattro canzoni, tra le altre cose, si segnalo per una cover strepitosa di Christmas Time Is Here di Vince Guaraldi e soprattutto per la buona causa: i proventi dell'EP andranno infatti in beneficenza a favore dell'associazione Shelter, che si occupa dei senzatetto britannici. Insomma, io con questi Hannah Barberas avrei voglia di fare una festa di Natale.
I norvegesi Remington Super 60 arrivano da un'altra epoca dell'indiepop. Si sono formati nel 1998, hanno attraversato una quantità di formazioni e sono passati per innumerevoli etichette (tra cui anche l'italian S.H.A.D.O.!), riuscendo a mantenersi sempre inconfondibili. Avevano già un loro classico natalizio (Here Comes Christmas del 2006), ma quest'anno sono tornati con A Winter Song e hanno fatto benissimo: le parole parlano di neve ma il suono è morbido e caldo, una melodia limpida e serena si distende senza fretta, con un'atmosfera quasi lounge che aleggia appena accennata. Piccola canzone di grande classe.
Nella lunga tradizione dei duetti natalizi, quest'anno si ritagliano un posto anche Poppy delle Girl Ray e Jof Owen dei The Boy Least Likely To (freschi di "Greatest Hits") con il loro progetto (estemporaneo?) Bubble & Squeak. Il loro singolo The Christmas Stick racconta una storia d'amore che nasce proprio a Natale, quando la tristezza e la solitudine possono colpire più pesante. Colpo di scena, uno scambio di sguardi, comincia a scendere la neve e la settimana dopo siamo già lì a comprare l'albero assieme. Tutto sdolcinato al punto giusto, intesa perfetta tra le due voci, coretti e campanellini fino all'ultima strofa, quando il ritornello sente il bisogno di diventare "meta" così all'improvviso: "I never thought that this would be a Christmas hit / Ooh baby just imagine all the royalties / That we’ll be living off some day". Ma in fondo non è veramente Natale senza un po' di ironia sullo spirito del Natale.
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