Baby, isn’t this the afterlife?


Rosie Tucker



If you told me that we’d died

And gone to the gay bar

I woulda said “that seems right”




Quasi un secolo dopo l'intramontabile classico degli Electric Six, una nuova canzone torna ad accompagnarmi a una memorabile festa in un gay bar. Stavolta la guida è una fanciulla e si chiama Rosie Tucker, giovane cantautrice di Los Angeles. All'epoca del suo esordio Lowlight si era fatta conoscere per un folk acustico asciutto, risoluto ma poetico. Ora, a distanza di oltre tre anni, sta per tornare con un nuovo album intitolato Never Not Never Not Never Not, in cui scopriamo che il progetto si è trasformato in una vera band (con l'ingresso di Anna Arboles alla chitarra e Jessica Reed alla batteria). Questo primo singolo rivela che la sua musica, per usare la semplice ma efficace definizione del produttore Wolfy, è diventata un indie rock "with music for the heart and lyrics for the brain". Se amate l'indiepop di Frankie Cosmos o una band come Girlpool qui dovreste sentirvi abbastanza a casa.

La storia dentro Gay Bar è semplice: "having a good time at a cowboy gay bar in the Valley, celebrating the incredible spectrum of characters dressed to impress at your average regional queer watering hole. I’m aiming for innocence and bliss here — the joy of looking really good and dancing with people who already like you a lot".

Qualcosa che sarebbe bello riuscissimo tutti a fare più spesso.



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