▶️ Avevo perso di vista i Winter, la band di Los Angeles fondata dalla cantante di origini brasiliane Samira Winter. È passato un bel po' di tempo dal loro esordio ma i Winter continuano a mescolare con grazia uno shoegaze sognante ed etereo (non a caso l'album dell'anno scorso si intitolava proprio Ethereality) con una poesia che prende a prestito le cadenze più sensuali del portoghese. In occasione dell'ultimo Record Store Day è uscito il nuovo EP Infinite Summer. Lo anticipava il video di questa deliziosa Bonsai: la canzone "is based on the novel Bonsai by Alejandro Zambra and is about the power of staying in your room. With a book in one hand and a notebook in the other the possibilities are endless!"
▶️ Ho un debole per l'indie rock scanzonato di Jesse The Faccio e non è una novità. Quando li ho visti dal vivo per la prima volta, l'estate scorsa, ho mandato un messaggio agli amici di Milano: "Jesse The Faccio al MIAMI Festival 2019, ci scommetto un coca-rum". Lì per lì scherzavo, ma in fondo ne ero abbastanza convinto, perché si capiva subito che era un concerto diverso dagli altri. Questo fine settimana Jesse The Faccio approdano effettivamente al celebre MIAMI, il coca-rum non l'ho ancora bevuto ma sono contento lo stesso. La band padovana, infatti, ha pubblicato un nuovo singolo, Santa Sofia, ed è già tutta un'estate di chitarre e cassette dei Beach Fossils a consumare nell'autoradio. Ritmo incalzante e suono meno lo-fi rispetto all'esordio: mi piace! Trovo soltanto un po' sprecato un verso come "dimostra di avere le palle / apri le gambe", che forse di questi tempi mesti rischia di essere scambiato per un messaggio ambiguo. Però poi si salva con quel "Dammi una mano a scrivere / Dammi due mani a ridere", che è una cosa super sentimentale che avrei davvero potuto dire anche io:
▶️ Tornano a farsi sentire The Royal Landscaping Society, duo spagnolo devoto alle più classiche e malinconiche sonorità di casa Sarah Records (appena qui parte l'arpeggio si affacciano subito al cuore titoli di Field Mice, Brighter o Trembling Blue Stars...). La altrettanto storica Matinée Records sta per pubblicare il loro prossimo sette pollici, ma prima ha deciso di regalarci un prezioso "riassunto delle puntate precedenti" e curare un'antologia (rimasterizzata) con tutte le canzoni uscite in questi anni, tra singoli, compilation e un EP ormai introvabile su Beko. La raccolta si intitolerà Means Of Production e arriverà a luglio, ad anticiparla una nuova versione di questa dolente Goodbye:
▶️ Una specie di ritorno alle origini anche per i Double Grave, band di Minneapolis che suona un indie rock fragoroso e dai toni cupi. L'incarnazione precedente della loro formazione si chiamava (con una certa coerenza) Ego Death, e ora alcune delle canzoni di quella fase della band, più emo e melodica, sono state recuperate in un EP intitolato Ego Death Forever. In attesa del disco, in uscita sulla Forged Artifacts il prossimo mese, si può già ascoltare questa The Kiss, pezzo dalla propulsione decisamente travolgente:
▶️ Bedroom pop all'ennesima potenza! Milk Floe, il primo album del giapponese Yuki Kondo, in arte Happypills, è stato infatti tutto registrato nella sua proverbiale cameretta. Tra le influenze dichiarate del muscista di Fukuoka troviamo The Drums e Castlebeat, come raccontato in questa intervista, e infatti i suoni e le atmosfere sono più o meno quelli. Il lato più sorridente e più euforico dello shoegaze, con le canzoni che rimbalzano senza sosta da tutte le parti, synth e chitarre super saturi e melodie zuccherose. In più, aggiungete il tocco esotico del cantato in lingua giapponese che però, a tratti, finisce per ricordare certe produzioni Elefant, e il risultato è irresistibile. Un disco "piccolo" a prima vista, non perfetto e molto DIY, ma davvero molto molto divertente.
▶️ Partivano da ispirazioni abbastanza analoghe anche gli spagnoli Terry vs. Tori (non a caso la loro cassetta Leap Day del 2017 usciva su Spirit Goth Records), ma rispetto agli esordi hanno raffinato ancora di più gli arrangiamenti, arrivando a una velata malinconia Anni Ottanta. Sta per arrivare il loro primo album, ancora non hanno rivelato data ed etichetta ma si può già ascoltare la title track:
▶️ Una delle copertine più brutte che mi sia capitato di vedere negli ultimi tempi, eppure in qualche modo perfettamente adatta al punk adolescenziale e istintivo di questo giovane quartetto francese. Pogy et les Kéfars suonano come se Ramones, Buzzcocks e Jam fossero appena sbocciati, e hanno la giusta strafottenza da fumetto per far schiantare i loro quattro accordi in meno di due minuti senza una preoccupazione al mondo. Con titoli come Cheap Beers, Girl e Record Store, la cassetta d'esordio pubblicata dalla Gone With The Weed e intitolata semplicemente come loro è molto consigliata. "Marsiglia, pastis, pizza" è scritto nelle info del gruppo, e io davvero trovo che non manchi nulla.
▶️ Si definiscono "Post punk dream turned party nightmare" ma personalmente non vedo come: le Party Pest hanno tutte le carte in regola per risultare adorabili al primo ascolto. Un suono tutto pieno di spigoli tipo Slits, una certa audacia Raincoats, quella voce un po' Kathleen Hanna: "Party Pest will crash your party, drink your booze and pash yer Mum"! Come vedete, il programma eccellente e le intenzioni sono quelle giuste! Il trio femminile di Melbourne debutta sulla label DIY Psychic Hysteria con il sette polici Happy Man:
▶️ Già solo per il fatto di essere costruito su quello che ha tutta l'aria di essere un campionamento di Collapsing At Your Doorstep degli Air France, il singolo d'esordio dei Daisies Anyone's Style dovrebbe conquistarsi tutto il vostro affetto. I Daisies sono un nuovo gruppo di Olympia, Washington, o meglio un "avant pop project" nato da componenti di altre band locali come CCFX, TransFX e CC DUST (quasi uno scioglilingua) insieme alla cantante Valerie Warren. La canzone anticipa l'album What Are You Waiting For? in arrivo a giugno in collaborazione tra K Records e Perennial Death:
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