Con una tensione che graffia sotto la pelle, che non dà pace e agita le mani e i pensieri, le canzoni di Sasami traboccano piccole osservazioni spietate. Nulla che vada oltre i puri e semplici fatti: è la puntualità dell’elenco a rendere certe parole implacabili. Già il ritornello della canzone di apertura, I Was A Window (cantata insieme a Dustin Payseur dei Beach Fossils), mette le cose in chiaro da subito: “There are many ways you could have answered / But you didn't”. Ancora prima, il singolo Callous si apriva con questa amara constatazione: “I lost my calluses for you / And you didn't even think to ask me how my day was”.
Ma la voce di Sasami resta calma, e i suoi occhi sono asciutti: il dramma (negli episodi migliori del suo album d'esordio) si consuma tutto nell'attrito con la musica, la sua chitarra e qualche discreto synth. Queste canzoni, che sono un "mix of a diary and a collection of letters, written but never sent, to people I’ve been intimately involved with in one way or another", restano, per l'appunto, buste sigillate, accuratamente ordinate, mai arrivate a destinazione, né bruciate.
"I'm sure it happens all the time / I know I’m not the only one", considera quasi con modestia la devastante Free, stupendo duetto con Devendra Banhart, che qui si limita a suggerire una seconda voce.
La malinconia delle ballate dream pop di Sasami, che a volte si dilatano verso un algido shoegaze, e in altri momenti evolvono in raffinatezze alla Stereolab/Broadcast, resta trattenuta, e forse ferisce ancora di più proprio per questo. C'è il dolore di una relazione (o più relazioni) in lento e inesorabile disfacimento, ma siamo già oltre l'accettazione di qualcosa che non si può più rimediare: perché continuare a tormentarsi? Perché insistere nello strazio: "It's not the time or place for us / But you said that you would save some space for us". Se solo questa voce sembrasse crederci ancora.
"Some days I wish I could forget you" ripete Sasami, e magari proprio queste canzoni sono state d'aiuto perché ciò accadesse. Di sicuro, dopo questo disco, saremo noi a non dimenticarci più di lei.
Commenti
Posta un commento