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Honey Radar -  Ruby Puff Of Dust



Pare che il destino di Jason Henn sia quello di venire paragonato a Robert Pollard per tutta la carriera. Ma in effetti, se i Guided By Voices fossero vissuti all’epoca dei Kinks e degli Zombies, viene il sospetto che probabilmente avrebbero fatto uscire dischi non troppo lontani da quelli degli Honey Radar, bizzarra e iperprolifica entità musicale attiva da oltre una decina d'anni e che negli ultimi tempi gravita intorno alla galassia della label di culto What's Your Rupture.

Gli Honey Radar fanno base a Philadelphia, una volta hanno fatto irruzione in una college radio solo per rendere omaggio a Robert Quine, e sostanzialmente sono la creatura di Jason Henn, il quale, un po’ come Robert Pollard, appunto, ha pubblicato nelle maniere più disparate una quantità di dischi autoprodotti che è quasi impossibile da calcolare. Basta farsi un giro su www.honeyradar.com per rendersi conto del suo catalogo sterminato e ascoltare alcune delle produzioni più a bassa fedeltà che vi capitarà mai di incontrare.

Ora è uscito un nuovo album, si intitola Ruby Puff Of Dust, il secondo per la What's Your Rupture, e forse è tra le cose più pop e, per così dire, “stabili” che gli Honey Radar abbiano mai realizzato: le canzoni hanno ancora l’aspetto di veloci appunti, non superano quasi mai il minuto e mezzo, e spesso fondono (o fanno scontrare) registrazioni diverse. I ritmi sono spesso blandi, la grana del suono è quasi sempre opaca, e la voce arriva da un'altra stanza o forse da un sogno. Nei loro momenti più languidi queste canzoni mi ricordano anche quello che fanno, sull'altra costa, i Tomorrows Tulips, ma mentre la musica della band californiana è pigramente stesa al sole, quella degli Honey Radar si sta facendo un formidabile trip nello scantinato insieme agli amici. Il risultato è comunque un fantastico pop psichedelico narcolettico e intossicato, imprevedibile e ricco di idee.







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