Rock the Baita 2019!


Rock the Baita Festival 2019



Ormai programmo le ferie in base al calendario di Rock the Baita. Il piccolo festival fai-da-te sulle colline di Parma arriva alla sesta edizione e per me rappresenta il tradizionale ultimo appuntamento live prima della fine delle vacanze d'agosto.

Con la scusa di andare a mettere due dischi aperitweevi, domani sera vado a godermi un po' di concerti e brindisi in quota: quest'anno i ragazzi hanno fatto le cose in grande e in scaletta ci sono tre band parecchio interessanti (di cui due straniere in prima e unica data per l'Italia!).

L'ingresso al Rock The Baita è come sempre "up to you", ma vista l'offerta di quest'anno (arricchita dal consueto contorno di grigliate, mercatini e mostre) vi suggerisco di non essere avari.






SKEGSS

Gli Skeggs, dall'Australia, suonano un garage rock bello tirato che in diverse recensioni si è guadagnato paragoni entusiasti con Fidlar, Cloud Nothings e Strokes.

Il trio di Byron Bay, dopo una gavetta costellata di singoli ed EP e un hype crescente, ha debuttato l'anno scorso con l'album My Own Mess, generosa raccolta che trabocca chitarre divertenti e super estive, perfetta per fare festa e perdere la testa.










Spielbergs

Gli Spielbergs, dalla Norvegia, all'inizio di quest'anno hanno infiammato non pochi cuori con il loro primo album This Is Not The End, disco che seguiva a ruota l'EP d'esordio Distant Star. Praticamente sono passati da "band to watch" di Stereogum ad affermata giovane leva dell'indie rock internazionale nel giro di pochi mesi. E a giudicare da queste dodici canzoni, il trio di Oslo se lo merita davvero: un suono poderoso e trascinante che fa tornare in mente sia band come No Age o Titus Andronicus, sia certi Get Up Kids più epici.










The Whip Hand

A difendere di colori di casa nostra ci saranno The Whip Hand, formazione di Trani che alla fine dell'anno scorso aveva pubblicato un album molto lodato, uscito per Mia Cameretta Records insieme a Lady Sometimes, quindi già garanzia di qualità.

Le dieci tracce di Sometimes, We Are partono da un dream pop influenzato da Beach Fossils e DIIV per poi trovare via via un proprio carattere, a volte più nervoso ed elettrico, a volte più cupo e malinconico.







L'invito, come potrete intuire, è soltanto uno: ci si vede a banco!








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