From a social distance


From a Social Distance



Quando sono cominciate queste settimane recluse, ci aspettavamo di avere tantissimo tempo a disposizione. Fioccavano i consigli di letture e film, chilometriche playlist e i link a cineteche, archivi e musei online. Non so voi, ma io invece mi trovo come sempre ad avere i minuti contati e a perdere un sacco di cose. Sarà colpa del lavoro da casa, che ti scaraventa in una dimensione senza gravità, sarà colpa delle continue Skype call, dei Team meetings e delle conference su Houseparty e Zoom, o forse sarà il costante rumore di fondo del malessere di questo isolamento, che ha i suoi picchi nei quotidiani aggiornamenti di cifre impressionanti. Viene quasi da sperare che torni presto tutto come era prima di questa stagione in clausura per potersene restare un po' da soli, in pace.



Però mi ha colpito come band, label, radio e testate di tutto il mondo siano riuscite in pochi giorni a mettere in piedi un vero e proprio palinsesto di live dalle camerette, interviste a distanza e dirette via Instagram, YouTube e Facebook, in un vero e proprio "never ending couch tour", per dirla con Pitchfork. Questo mettersi immediatamente in gioco, magari anche con mezzi improvvisati (il microfono del telefono, quel pallore dopo giornate al chiuso, la luce eccessiva di una finestra alle spalle...), mi è sembrato positivo, una bella maniera di reagire, al contrario di diversi altri "esperimenti" che hanno avuto da subito quell'aria antipatica di presenzialismo: come ha scritto l'Atlantic qualche giorno fa, "Celebrities Have Never Been Less Entertaining".

Questa crisi ha e avrà un impatto devastante per tutto il mondo della musica, basta scorrere il drammatico diario "LIVE UPDATES: How Coronavirus Is Affecting Music Worldwide" che The Quietus sta tenendo giorno dopo giorno. È uno stillicidio, e quindi ben venga ogni piattaforma e ogni mezzo che gli artisti possono sfruttare per comunicare, o anche solo per farci compagnia (o magari, perché no, farsi compagnia). Trovarsi in venticinque sul profilo dell'amico chitarrista di un'altra città, o ballare in mezzo ai centomila connessi del #ClubQuarantine di D-Nice può essere ugualmente bello e rendere questa quarantena meno mesta.

Stereogum, invece, nel post "Live And Let Livestream - Coronavirus is boosting yet another avenue for musicians to give their work away" si mostra più critico: dato che monetizzare questo tipo di eventi live è, nella migliore delle ipotesi, piuttosto complicato e fuori dalla portata per band medio-piccole, la sovrabbondanza di offerte finisce per impoverire e rendere meno desiderabile il contenuto, proprio la musica.



Comunque la pensiate, una pagina utile da tenere tra i segnalibri in queste settimane è quella della NPR: "A List Of Live Virtual Concerts To Watch During The Coronavirus Shutdown", aggiornata quotidianamente. Ci sono dentro un sacco di cose che non conosco o che a me non interessano troppo, ma è comunque un buon riferimento generale e si fanno spesso scoperte interessanti. In alternativa, più vicina ai gusti di polaroid, potete seguire la tag "livestream" su Brooklynvegan, piuttosto ricca e dettagliata.

In Italia sono parecchie le iniziative meritevoli partite di questi giorni: penso a tutti gli artisti che stanno suonando ospitati dell'account Facebook del festival Ferrara Sotto Le Stelle per la rassegna #fslscloseup, penso ai tanti set che stanno popolando una pagina piena di positività come Spread Good Vibes, nata proprio dopo l'inizio della quarantena, o ai piccoli concerti quotidiani organizzati su Instagram da etichette come Maple Death e We Were Never Being Boring (suggeritene pure altre che mi sono di certo sfuggite tra i commenti, in caso).



Qualcosa si muove anche nel piccolo mondo indiepop, e mi piace sottolinearlo qui. Per esempio, From A Social Distance è una pagina Facebook creata da Cristoph Mark degli Stars On Fire (band che abbiamo suonato più volte anche in radio), che sta ospitando una serie di concerti da varie parti del mondo. Tra i nomi in programma, anche Even As We Speak, Boyracer e The Catherines!

L'etichetta spagnola Bobo Integral, invece, ha organizzato un vera e propria rassegna chiamata Bobo Lo-Fest tramite un canale Youtube dedicato. In calendario Ducks Unlimited, Ezrat, Dropkick, Elrichman e Butcher The Bar. È anche possibile sostenere direttamente le band e l'etichetta tramite un Paypal.

E anche se mi piace lo spirito di queste iniziative, e lo supporto al cento per cento, spero davvero che presto, molto presto, non ce ne sia più bisogno.












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