I was so nice
So polite
But now I write punk songs
Kevin Alvir, in arte Kevin Hairs, nel corso dei suoi oltre quindici anni di carriera, ne ha combinate davvero parecchie: dai Knight School ai Lil Hospital, passando ovviamente per i suoi Hairs e per i tanti lavori come illustratore, fumettista, curatore di fanzine... Di sicuro dimentico parecchie altre cose, ma ora possiamo aggiungere alla lista anche "sopravvissuto al Covid-19 nella primavera del 2020 a New York". Kevin ha raccontato di avere avuto i sintomi in forma lieve all'inizio della quarantena, ma per fortuna non si sono aggravati. L'esperienza lo ha portato a mettersi a scrivere musica con nuovo entusiasmo: "I was really inspired and have been listening to a lot of Beat Happening lately [because of their] strumming out-of-tune guitar and semi-awkward singing. But it works, you know".
Davvero, it works a meraviglia, anzi: direi che sono gli stessi ingredienti che cerco anche io dentro un buon disco. E queste caratteristiche le ritrovo tutte nelle canzoni di More Magic, More Magic, l'EP frutto di quelle settimane di convalescenza che Hairs descrive così: "it’s kind of Jonathan Richman but backed by Slowdive”.
Lo spirito DIY riempie queste canzoni di impeto, allegri nonsense e una certa giocosa passione: vengono in mente TV Personalities e Vaselines, ma anche una ruvida immediatezza Flying Nun oppure Daniel Johnston. Insomma, tutto quello che abbiamo sempre amato nel "tweeird pop" di Kevin Hairs, per citare la bio sulla sua pagina Bandcamp.
Come ha spiegato a BrooklynVegan, "I got back in touch with what I liked about music. I missed music that was fun, maybe emotionally resonant and funny too. I’ve not written and recorded by myself in ages. So I was happy to see that I didn’t forget how to do it. Hope it’s something relatable."
Da qui lo possiamo confermare: relatable al cento per cento.
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