For a moment I was lost in your stare
But the words came back to me again
Esattamente come mi sono sentito io quando, senza preavviso, è partita ed è piombata nella mia vita For A Moment, nuovo singolo della cantautrice di Melbourne Nat Vazer, tratto dal suo album d'esordio Is This Offensive And Loud?. Io senza parole, incantato perso dentro quell'inflessibile giro di accordi ("drippy guitar sounds", lo definisce la stessa Vazer), sospeso tra una tensione emotiva alla Mitski e una melodia sognante alla Alvvays, mi sono alzato incredulo. Chi era quella ragazza? Da dove arrivava quella canzone?
Nat Valzer sembra rendere tutto semplice: il modo in cui dichiara "Used to care what people think / Now I’m all out of fucks to give" (Like Demi), praticamente in apertura di disco, non suona compiaciuto né vanitoso, ma mette in chiaro quale sarà il tono di tutto il lavoro. Un discorso aperto e sincero, caldo e senza filtri, che si svolge tra canzoni precise e immediate come istantanee, ma al tempo stesso delicate e toccanti. Il titolo riassume l'atteggiamento della Vazer: nessun compromesso quando si tratta di musica. "I was not made for sitting still / For standing in line / For swallowing pills".
Non per niente, Is This Offensive è stato scritto e registrato dopo che Nat Vazer ha deciso di abbandonare una carriera da avvocato per cambiare vita e seguire la vocazione artistica. La passione è percepibile, tanto nella scelta delle parole quanto in quella dei suoni: un indie rock schietto, con forti influenze Nineties, e con una genealogia classica che passa dai Death Cab For Cutie e può arrivare a Car Seat Headrest, senza dimenticare preziose voci femminili contemporanee, come Angel Olsen, Courtney Barnett, Soccer Mommy o Vagabon.
Una canzone racconta della madre ammalata di cancro, un'altra parla del "billionaire clown in the White House", un'altra ancora gira intorno alla domanda su quanto tempo qualcuno continuerà ad amarci, mentre non abbiamo più tempo per nulla ("Working on a Sunday / We fucked in a hurry / Knocked over my coffee"). Quello di Nat Vazer è un mondo che conosciamo già, eppure nei suoi racconti appare di colpo più nitido, in una luce più vicina. La visione ci toglie le parole, almeno "for a moment", e anche se poi torniamo sempre a noi stessi, si vive per quell'istante, si continua a cercare quella musica che riesce a spalancarlo per noi, proprio come quella dentro questo disco.
Commenti
Posta un commento