Dopo un anno passato quasi per intero in tour a presentare il loro magnifico album di debutto Whoosh del 2019, gli Stroppies si sono lanciati subito a registrare un nuovo disco con le canzoni scritte “on the road”. La loro intenzione era quella di fermare, rapidamente e in maniera molto diretta, le bozze sparpagliate tra biglietti di fortuna e appunti sul telefono, utilizzando il salotto di casa come studio e l’amico e collaboratore Alex MacFarlane (nome caro a queste pagine per band come Twerps, The Stevens e chissà quante altre…) nel ruolo di produttore.
L’obiettivo era quello di trasmettere l’idea di una “stream of consciousness creativity”, come lo stesso gruppo l’ha definita, e bisogna riconoscere che le otto canzoni che ne sono risultate, raccolte poi sotto il titolo Look Alive!, lo fanno in maniera eccellente. Una delle migliori qualità della band di Melbourne è proprio quella di riuscire a fare dischi partendo da una "open-ended music, collaged quickly and pieced haphazardly together”. E forse io mi perdo dentro queste chitarre proprio per qualche curiosa corrispondenza di sentimenti. In ogni caso, sono caratteristiche che hanno da sempre fatto accostare gli Stroppies all’estetica Flying Nun, e anche Look Alive! si è guadagnato la sua dose di paragoni con i Clean e i Chills (vedi, per esempio, quelle tastiere nella traccia d'apertura Burning Bright oppure nel singolo sbarazzino Holes In Everything, o quel suono di pianoforte che ritorna in varie canzoni). Non mancano poi certe belle sfumature Yo La Tengo, come la stupenda Roller Cloud o la dolente ballata Aisles Of The Supermarket.
Gli Stroppies presentano Look Alive! come un disco attraversato da "a somewhat darker shade", ma a me non sembra che qui ci sia più malinconia del solito. Il tono distaccato delle voci di Claudia Serfaty e Angus Lord resta come sempre sospeso tra il monologo interiore e l'osservazione metodica di certi piccoli eventi quotidiani, visti con la coda dell'occhio eppure centrali e importanti. In questo secondo disco nel giro di poco più di un anno (unico difetto: è troppo corto!) gli Stroppies si confermano più "alive" che mai, una piccola e confortante certezza nella scena indie rock australiana.
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