Ormai alla fine dell'anno forse più complicato che la musica abbia mai vissuto (come ha raccontato Bandcamp nel lungo pezzo con cui spiegava perché non avrebbe "messo in ordine" le classifiche di fine anno), mi sono accorto di avere ascoltato meno dischi ma di averne comprati di più, e di averne parlato meno su queste pagine, ma di averli ascoltati più da vicino e più a lungo. Sono stati mesi in cui il semplice ascoltare dischi ha significato molte più cose rispetto al "prima del 2020": è stato un ascolto "reciproco", un ascolto che aveva, più che mai, anche l'aspetto del comunicare e del partecipare. Il meraviglioso "diario di un anno in fuga" scritto da Ann Powers su NPR (forse il più bel saggio intorno alla musica di quest'anno che mi sia capitato di leggere) parte proprio da questa sensazione che credo sia stata condivisa da molti: "Spending time with music has never felt more private, a way of both sheltering from and mediating the noise from outside. At the same time, the sound always takes me somewhere; it's often the only way I hear a stranger's voice on any given day".
Helena Deland - Someone New
L’indie rock di Helena Deland è sinuoso, vive nella penombra. Le canzoni riverberano su bassi che sembrano strisciare come serpenti tra i testi, nei quali si analizza in maniera davvero spietata e brutale la psicologia più intima di chi canta. Sembrerebbe un approccio sadico, da film di Von Trier, se non fosse per la voce angelica e delicata, quasi infantile, che aleggia leggerissima su tutte le cose. Ascoltando questo disco non sai mai se dispiacerti per lei e le relazioni tossiche dalle quali è uscita, o essere eccitata per quel “Someone New” che appare appena decide di aprire la porta e vedere che aria tira fuori. Io ho deciso per la seconda. Ne vale la pena, se non altro per quei versi bellissimi che raccontano di com’è baciare qualcuno di nuovo per la prima volta: “I’ll be covered head to toe/In the faded flower patterns of/Memories/Of nights like these”.
Loving - If I Am Only My Thoughts
I Loving si sono conosciuti un’estate di qualche anno fa a piantare alberi in Canada. E la loro musica è proprio come si immagina da questo piccolo aneddoto: rinfranca lo spirito come una distesa inaspettata di fiori di campo (che ritroviamo in copertina, infatti). Chitarre educate e tremolanti, voci placide e senza fretta, un suono già molto definito e sicuramente lenitivo, che piacerà ai fan degli Whitney. Nel 2020, una piccola oasi di serenità che mi è servita per visualizzare con dettagli vividi tutte le mattinate di sole che passerò, prima o poi, a passeggiare in un prato.
Post Nebbia - Canale Paesaggi
Atmosfere notturne e indolenti, suoni carichi di synth vintage, loop e bassi fluttuanti che rimandano a influenze come Mac DeMarco, Tame Impala, MGMT o Ariel Pink, ma con un disinvolto cantato in italiano che riesce a raccontare disagio, noia e inquietudine con notevole agilità e distacco, per piccoli frammenti accumulati senza dramma. I padovani Post Nebbia arrivano al secondo album e mettono definitivamente a fuoco la loro scrittura, raccontando con Canale Paesaggi una cronaca autobiografica fino a sfiorare l’allucinazione.
Fleet Foxes - Shore
Se avete conosciuto i Fleet Foxes nel loro glorioso esordio del 2008, questo disco vi riporterà indietro nel tempo. Un quarto album che non ha niente da invidiare, in quanto a freschezza e vivacità, al loro primo self titled. Nei tempi bui che viviamo, è il disco perfetto per ricordarsi ogni tanto dell’importanza di fermarsi e fare un bel respiro.
Peel Dream Magazine - Agitprop Alterna
Uno degli ascolti più assidui e intensi delle prime settimane di quarantena è stato Agitprop Alterna, il secondo album dei Peel Dream Magazine. Si muove su quello stesso tempo sospeso, mi è sembrato fatto della stessa materia. Musica che parte dallo stesso vocabolario di Stereolab, Broadcast e My Bloody Valentine, mescolando droni onirici, organi di sacrestia e chitarre fuzzy e arrivando, strato dopo strato, a essere evanescente e persistente in un unico gesto
Dehd - Flower Of Devotion
Il 2020 è stato un’eccezione per tanti motivi che ben sappiamo, ma una tradizione è rimasta fedele anche in quest’anno strampalato: quella della band indierock considerata un po’ da tutti la “next big thing”. Se si fossero tenuti dei festival, i Dehd sarebbero stati sicuramente in qualsiasi lineup, e noi ci saremmo abbracciati ed emozionati sotto palco, canticchiando ritornelli che in quel momento ci sarebbero sembrati definitivi, i più belli del mondo. Non è successo, ma questo disco mi è servito per tenere in allenamento l’entusiasmo in attesa di ritrovarci tutti insieme “a banco”.
Birthh - WHOA
Alice Bisi ha un gran talento, e questo è chiaro a chiunque abbia avuto la fortuna di ascoltarla dal vivo almeno una volta. In “WHOA”, versi elettronici che sembrano uscire da vecchi giocattoli si legano al suono semplice della chitarra e a quello ancora più cristallino della sua voce: Birthh è riuscita a dare vita a un racconto intimo e minimale, che parte dalla famigerata cameretta per raggiungere le nuvole e fluttuare sopra le nostre teste.
Lucio Corsi - Cosa faremo da grandi
Per capire la musica di Lucio Corsi bisogna prima guardarlo: questa specie di menestrello maremmano è una star del glam rock che va in giro cantando filastrocche che sembrano uscite da un libro di Rodari. In “Cosa faremo da grandi” ragiona di futuro, inizi, aspettative su sé stessi e gli altri, vento, onde, lavoro e treni per Milano che vengono inghiottiti dai monti. E lo fa scrivendo una manciata di canzoni bellissime, fuori dal tempo, fiabesche. Come titolava una blasonata rivista qualche tempo fa, “Lucio Corsi non assomiglia a nessuno”.
Andy Shauf - The Neon Skyline
Andy Shauf è diventato ormai un punto di riferimento per chi ama un certo folk pop setoso e quieto. Arriva al suo sesto album scegliendo ancora una volta un concept: se nel precedente “The Party” raccontava i personaggi e gli sguardi durante una festa, con “The Neon Skyline” ci porta una sera in un locale, a bere un drink con gli amici. Una scusa come un’altra per parlare di vita, amori e amicizie con delle canzoni meravigliose.
Lunchbox - After School Special
Dopo oltre venticinque anni di carriera, Donna McKean e Tim Brown mostrano di avere ancora grinta ed energia invidiabili, ed è una di quelle piccole cose che mettono addosso una certa dose di entusiasmo e ottimismo, nonostante tutto quello che ci sta succedendo intorno. After School Special è un concentrato di esuberante bubblegum indiepop super colorato che letteralmente esplode canzone dopo canzone: questi sono i Lunchbox che amiamo!
Colombre - Corallo
C’è qualcosa nella voce di Colombre che mi strazia il cuore tutte le volte, ha un’intensità tale che riesce ad arrivare in stanze che non pensavo nemmeno si potessero aprire. Il fatto che riesca poi a scrivere canzoni pop davvero incredibili fa il resto, ovviamente, ma per noi che seguiamo le sue avventure musicali da più dieci anni questo era scontato. “Corallo” è un disco che ti guarda negli occhi, ti spinge spalle al muro, e infine ti abbraccia. La decisione di farlo uscire ad Aprile 2020, nonostante tutto, è stata proprio un gran regalo.
Colapesce, Dimartino - I Mortali
Un disco che parla di morte e mortalità, di fine del mondo ed esseri umani, riuscendo comunque a tirarti su e persino a farti ballare: poteva esserci qualcosa di più adatto da ascoltare nel 2020? Colapesce e Dimartino uniscono le forze per dieci incredibili canzoni da singalong obbligatorio, e testi (specialmente quelli a firma Urciullo) che sono come al solito delle piccole preziosissime poesie.
Lomelda - Hannah
Il nuovo disco della cantautrice texana Hannah Read, meglio conosciuta come Lomelda, si intitola come lei, e non è un caso. È un disco lieve, fluttuante, di una sincerità e di una franchezza che possono lasciare senza parole. E scrivo “possono” perché è anche un disco che sembra non voler fare troppo per farsi notare, pur nella sua meticolosa attenzione per ogni elemento e nella sua tenace richiesta di bellezza. Il personaggio di Hannah è più interessato a catturare certe istantanee d’amore, a mettere a nudo la propria anima, mescolando le parole di ogni giorno con quelle di una poesia delicata, traboccante stupita tenerezza. È un disco vicino, vicinissimo, uno dei dischi di cui ho avuto più bisogno in questo 2020.
Su questo blogghetto non abbiamo velleità di cogliere chissà quale Zeitgeist, ma proprio perché questo feed ha sempre funzionato come una specie di piccolo diario intrecciato di canzoni, anche per il 2020 proviamo a catturare un'istantanea di questi mesi così mossi e sfuggenti. Ci piace rispettare la tradizione di raccogliere i dischi che sono stati più importanti per noi, ma senza la pretesa di stabilire quali sono stati "i dischi migliori" dell'anno. Non ci serve: averli avuti assieme a noi lungo queste stagioni così faticose è stata la cosa migliore, la vetta di ogni possibile Top10.
Qui sotto trovate le nostre parole (Nur sulla sinistra e io accanto) con un po' di link per l'ascolto, mentre qui c'è il podcast dell'ultima puntata andata in onda lunedì su NEU Radio, con tutta la classifica suonata per intero.
Speriamo che vi piaccia!
10
Laguna Bollente - Discocesso / Nord Sud Ovest SERT
Credo nell’amore a prima vista e sono un tenace sostenitore dell’idea che nella musica i colpi di fulmine siano il metro di giudizio più plausibile. Il duo dei Laguna Bollente è piombato dal nulla su questo mio 2020 e mi ha travolto con il suo suono sporco e diretto, con la sua poesia sfigurata e con la sua adorabile e coinvolgente sincerità. L’indie rock a bassa fedeltà in Italia ha nuovo cuore giovane e bollente.
Helena Deland - Someone New
L’indie rock di Helena Deland è sinuoso, vive nella penombra. Le canzoni riverberano su bassi che sembrano strisciare come serpenti tra i testi, nei quali si analizza in maniera davvero spietata e brutale la psicologia più intima di chi canta. Sembrerebbe un approccio sadico, da film di Von Trier, se non fosse per la voce angelica e delicata, quasi infantile, che aleggia leggerissima su tutte le cose. Ascoltando questo disco non sai mai se dispiacerti per lei e le relazioni tossiche dalle quali è uscita, o essere eccitata per quel “Someone New” che appare appena decide di aprire la porta e vedere che aria tira fuori. Io ho deciso per la seconda. Ne vale la pena, se non altro per quei versi bellissimi che raccontano di com’è baciare qualcuno di nuovo per la prima volta: “I’ll be covered head to toe/In the faded flower patterns of/Memories/Of nights like these”.
9
Sweeping Promises - Hunger For A Way Out
Basso e batteria + frenetiche strutture post-punk: euforia totale assicurata. Gli Sweeping Promises sanno costruire canzoni irresistibili, piccoli meccanismi perfetti e incredibilmente efficaci. Dentro il loro debutto puoi ritrovare le Slits o le Elastica, gli Au Pairs o i Bush Tetras, ma anche molte affinità con nomi contemporanei come Shopping e Lithics. Un disco per ricordarci com’era, prima di questo 2020, ballare e sudare in pista.
Basso e batteria + frenetiche strutture post-punk: euforia totale assicurata. Gli Sweeping Promises sanno costruire canzoni irresistibili, piccoli meccanismi perfetti e incredibilmente efficaci. Dentro il loro debutto puoi ritrovare le Slits o le Elastica, gli Au Pairs o i Bush Tetras, ma anche molte affinità con nomi contemporanei come Shopping e Lithics. Un disco per ricordarci com’era, prima di questo 2020, ballare e sudare in pista.
Loving - If I Am Only My Thoughts
I Loving si sono conosciuti un’estate di qualche anno fa a piantare alberi in Canada. E la loro musica è proprio come si immagina da questo piccolo aneddoto: rinfranca lo spirito come una distesa inaspettata di fiori di campo (che ritroviamo in copertina, infatti). Chitarre educate e tremolanti, voci placide e senza fretta, un suono già molto definito e sicuramente lenitivo, che piacerà ai fan degli Whitney. Nel 2020, una piccola oasi di serenità che mi è servita per visualizzare con dettagli vividi tutte le mattinate di sole che passerò, prima o poi, a passeggiare in un prato.
8
Post Nebbia - Canale Paesaggi
Atmosfere notturne e indolenti, suoni carichi di synth vintage, loop e bassi fluttuanti che rimandano a influenze come Mac DeMarco, Tame Impala, MGMT o Ariel Pink, ma con un disinvolto cantato in italiano che riesce a raccontare disagio, noia e inquietudine con notevole agilità e distacco, per piccoli frammenti accumulati senza dramma. I padovani Post Nebbia arrivano al secondo album e mettono definitivamente a fuoco la loro scrittura, raccontando con Canale Paesaggi una cronaca autobiografica fino a sfiorare l’allucinazione.
Fleet Foxes - Shore
Se avete conosciuto i Fleet Foxes nel loro glorioso esordio del 2008, questo disco vi riporterà indietro nel tempo. Un quarto album che non ha niente da invidiare, in quanto a freschezza e vivacità, al loro primo self titled. Nei tempi bui che viviamo, è il disco perfetto per ricordarsi ogni tanto dell’importanza di fermarsi e fare un bel respiro.
7
Peel Dream Magazine - Agitprop Alterna
Uno degli ascolti più assidui e intensi delle prime settimane di quarantena è stato Agitprop Alterna, il secondo album dei Peel Dream Magazine. Si muove su quello stesso tempo sospeso, mi è sembrato fatto della stessa materia. Musica che parte dallo stesso vocabolario di Stereolab, Broadcast e My Bloody Valentine, mescolando droni onirici, organi di sacrestia e chitarre fuzzy e arrivando, strato dopo strato, a essere evanescente e persistente in un unico gesto
Dehd - Flower Of Devotion
Il 2020 è stato un’eccezione per tanti motivi che ben sappiamo, ma una tradizione è rimasta fedele anche in quest’anno strampalato: quella della band indierock considerata un po’ da tutti la “next big thing”. Se si fossero tenuti dei festival, i Dehd sarebbero stati sicuramente in qualsiasi lineup, e noi ci saremmo abbracciati ed emozionati sotto palco, canticchiando ritornelli che in quel momento ci sarebbero sembrati definitivi, i più belli del mondo. Non è successo, ma questo disco mi è servito per tenere in allenamento l’entusiasmo in attesa di ritrovarci tutti insieme “a banco”.
6
RVG - Feral
Atmosfere asciutte ed elettriche, certe chitarre Anni Ottanta con un’energia nervosa un po' Go-Betweens oppure Echo And The Bunnymen. Gli RVG, da Melbourne, trattano temi come solitudine, frustrazione, la nostra dipendenza dal giudizio degli altri o la miseria dello scenario politico attuale, in una maniera diretta e autentica, raccontando una verità senza dramma ma non per questo meno dura. Una musica fatta di tensione, di sottrazione ma non di debolezza, di movimenti che che riescono a essere al tempo stesso sofisticati e anche impetuosi.
Atmosfere asciutte ed elettriche, certe chitarre Anni Ottanta con un’energia nervosa un po' Go-Betweens oppure Echo And The Bunnymen. Gli RVG, da Melbourne, trattano temi come solitudine, frustrazione, la nostra dipendenza dal giudizio degli altri o la miseria dello scenario politico attuale, in una maniera diretta e autentica, raccontando una verità senza dramma ma non per questo meno dura. Una musica fatta di tensione, di sottrazione ma non di debolezza, di movimenti che che riescono a essere al tempo stesso sofisticati e anche impetuosi.
Birthh - WHOA
Alice Bisi ha un gran talento, e questo è chiaro a chiunque abbia avuto la fortuna di ascoltarla dal vivo almeno una volta. In “WHOA”, versi elettronici che sembrano uscire da vecchi giocattoli si legano al suono semplice della chitarra e a quello ancora più cristallino della sua voce: Birthh è riuscita a dare vita a un racconto intimo e minimale, che parte dalla famigerata cameretta per raggiungere le nuvole e fluttuare sopra le nostre teste.
5
Cindy - Free Advice
Free Advice, il secondo album dei Cindy, quartetto dream pop di San Francisco, sembra avere in mente l’estate o certi languidi pomeriggi dell’adolescenza. È composto da rarefatte canzoni capaci di di trasportarti in un luogo assolato e incantato. La voce di Karina Gill sussurra melodie semplici, forse sensuali o forse malinconiche, di cui non sembra sempre possibile afferrare il contorno preciso. Se amate i Galaxie 500 o gli Yo La Tengo, oppure se in questi mesi così strani e difficili avete provato il bisogno di scappare su una nuvola, immergetevi in questa musica elegante e piena di luce.
Free Advice, il secondo album dei Cindy, quartetto dream pop di San Francisco, sembra avere in mente l’estate o certi languidi pomeriggi dell’adolescenza. È composto da rarefatte canzoni capaci di di trasportarti in un luogo assolato e incantato. La voce di Karina Gill sussurra melodie semplici, forse sensuali o forse malinconiche, di cui non sembra sempre possibile afferrare il contorno preciso. Se amate i Galaxie 500 o gli Yo La Tengo, oppure se in questi mesi così strani e difficili avete provato il bisogno di scappare su una nuvola, immergetevi in questa musica elegante e piena di luce.
Lucio Corsi - Cosa faremo da grandi
Per capire la musica di Lucio Corsi bisogna prima guardarlo: questa specie di menestrello maremmano è una star del glam rock che va in giro cantando filastrocche che sembrano uscite da un libro di Rodari. In “Cosa faremo da grandi” ragiona di futuro, inizi, aspettative su sé stessi e gli altri, vento, onde, lavoro e treni per Milano che vengono inghiottiti dai monti. E lo fa scrivendo una manciata di canzoni bellissime, fuori dal tempo, fiabesche. Come titolava una blasonata rivista qualche tempo fa, “Lucio Corsi non assomiglia a nessuno”.
4
The Innocence Mission - See You Tomorrow
Musica che dondola appena, che accompagna i riflessi del pomeriggio già chinato verso l’imbrunire, musica che conforta e abbraccia. Musica che si posa come neve, che sfiora e raccoglie, un gesto gentile e amichevole: quanto di più raro possa accadere di incontrare oggi. Musica che comprende. Musica che ha i suoi evidenti numi tutelari in Pink Moon e Astral Weeks, ma che possiamo accostare anche all'opera dei Clientele, di certi Trembling Blue Stars o dei primi Camera Obscura. L’ascolto di See You Tomorrow, undicesimo almbum per The Innnocence Mission, è un’esperienza emotiva che mi porta altrove, verso la bellezza.
Musica che dondola appena, che accompagna i riflessi del pomeriggio già chinato verso l’imbrunire, musica che conforta e abbraccia. Musica che si posa come neve, che sfiora e raccoglie, un gesto gentile e amichevole: quanto di più raro possa accadere di incontrare oggi. Musica che comprende. Musica che ha i suoi evidenti numi tutelari in Pink Moon e Astral Weeks, ma che possiamo accostare anche all'opera dei Clientele, di certi Trembling Blue Stars o dei primi Camera Obscura. L’ascolto di See You Tomorrow, undicesimo almbum per The Innnocence Mission, è un’esperienza emotiva che mi porta altrove, verso la bellezza.
Andy Shauf - The Neon Skyline
Andy Shauf è diventato ormai un punto di riferimento per chi ama un certo folk pop setoso e quieto. Arriva al suo sesto album scegliendo ancora una volta un concept: se nel precedente “The Party” raccontava i personaggi e gli sguardi durante una festa, con “The Neon Skyline” ci porta una sera in un locale, a bere un drink con gli amici. Una scusa come un’altra per parlare di vita, amori e amicizie con delle canzoni meravigliose.
3
Lunchbox - After School Special
Dopo oltre venticinque anni di carriera, Donna McKean e Tim Brown mostrano di avere ancora grinta ed energia invidiabili, ed è una di quelle piccole cose che mettono addosso una certa dose di entusiasmo e ottimismo, nonostante tutto quello che ci sta succedendo intorno. After School Special è un concentrato di esuberante bubblegum indiepop super colorato che letteralmente esplode canzone dopo canzone: questi sono i Lunchbox che amiamo!
Colombre - Corallo
C’è qualcosa nella voce di Colombre che mi strazia il cuore tutte le volte, ha un’intensità tale che riesce ad arrivare in stanze che non pensavo nemmeno si potessero aprire. Il fatto che riesca poi a scrivere canzoni pop davvero incredibili fa il resto, ovviamente, ma per noi che seguiamo le sue avventure musicali da più dieci anni questo era scontato. “Corallo” è un disco che ti guarda negli occhi, ti spinge spalle al muro, e infine ti abbraccia. La decisione di farlo uscire ad Aprile 2020, nonostante tutto, è stata proprio un gran regalo.
2
Various Artists - Strum & Thrum: The American Jangle Underground 1983-1987
Con grandissima dedizione Mike Sniper (Captured Tracks) compie un’opera di riscoperta di band incredibili, che proprio dal cuore oscuro degli Anni Ottanta statunitensi alternativi recuperavano le chitarre scintillanti dei Byrds o dei Big Star, seguendo la lezione dei primi REM e dei Feelies. Se aggiungiamo alle 28 tracce di “Strum & Thrum”, il libro di oltre settanta pagine che le accompagna e che racchiude una preziosissima storia orale, con fotografie e materiali iconografici di una bellezza commovente, ci troviamo di fronte a un lavoro a dir poco indispensabile per tutti gli amanti delle più pure jangling guitars.
Con grandissima dedizione Mike Sniper (Captured Tracks) compie un’opera di riscoperta di band incredibili, che proprio dal cuore oscuro degli Anni Ottanta statunitensi alternativi recuperavano le chitarre scintillanti dei Byrds o dei Big Star, seguendo la lezione dei primi REM e dei Feelies. Se aggiungiamo alle 28 tracce di “Strum & Thrum”, il libro di oltre settanta pagine che le accompagna e che racchiude una preziosissima storia orale, con fotografie e materiali iconografici di una bellezza commovente, ci troviamo di fronte a un lavoro a dir poco indispensabile per tutti gli amanti delle più pure jangling guitars.
Colapesce, Dimartino - I Mortali
Un disco che parla di morte e mortalità, di fine del mondo ed esseri umani, riuscendo comunque a tirarti su e persino a farti ballare: poteva esserci qualcosa di più adatto da ascoltare nel 2020? Colapesce e Dimartino uniscono le forze per dieci incredibili canzoni da singalong obbligatorio, e testi (specialmente quelli a firma Urciullo) che sono come al solito delle piccole preziosissime poesie.
1
Lomelda - Hannah
Il nuovo disco della cantautrice texana Hannah Read, meglio conosciuta come Lomelda, si intitola come lei, e non è un caso. È un disco lieve, fluttuante, di una sincerità e di una franchezza che possono lasciare senza parole. E scrivo “possono” perché è anche un disco che sembra non voler fare troppo per farsi notare, pur nella sua meticolosa attenzione per ogni elemento e nella sua tenace richiesta di bellezza. Il personaggio di Hannah è più interessato a catturare certe istantanee d’amore, a mettere a nudo la propria anima, mescolando le parole di ogni giorno con quelle di una poesia delicata, traboccante stupita tenerezza. È un disco vicino, vicinissimo, uno dei dischi di cui ho avuto più bisogno in questo 2020.
Cut Worms - Nobody Lives Here Anymore
Americana, bluegrass, country, doo-wop, pop. John Lennon, Bob Dylan, Neil Young, Brian Wilson. Il name dropping potrebbe durare all’infinito, o almeno tutti gli 80 (!) minuti di questo disco che evoca la fine del sogno americano, la preoccupazione per un mondo che sta andando a rotoli e la nostalgia di una casa, un’infanzia, che non è mai esistita. Eppure, ciò che mi ha conquistato all’istante non sono i temi o i riferimenti, ma la musica nella sua forma sonora più pura. Mi sono ritrovata a sgranare gli occhi durante ritornelli troppo belli per essere veri (e a comprare il vinile un secondo dopo). Non è meraviglioso quando succede così?
Americana, bluegrass, country, doo-wop, pop. John Lennon, Bob Dylan, Neil Young, Brian Wilson. Il name dropping potrebbe durare all’infinito, o almeno tutti gli 80 (!) minuti di questo disco che evoca la fine del sogno americano, la preoccupazione per un mondo che sta andando a rotoli e la nostalgia di una casa, un’infanzia, che non è mai esistita. Eppure, ciò che mi ha conquistato all’istante non sono i temi o i riferimenti, ma la musica nella sua forma sonora più pura. Mi sono ritrovata a sgranare gli occhi durante ritornelli troppo belli per essere veri (e a comprare il vinile un secondo dopo). Non è meraviglioso quando succede così?
:')
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