My heart beats faster: intervista a Simmcat

Simmcat - Soy Milk

Qualche settimana fa Nervi Cani, la sempre sorprendente label e casa editrice di Modena, ha pubblicato una cassetta che mi ha parecchio incuriosito. Soy Milk è l'EP di debutto di Simmcat che, tra registrazioni da cameretta, illustrazioni super twee e melodie sussurrate, sembra fatto apposta per finire in una puntata di polaroid alla radio. Ma quello che mi ha davvero meravigliato è stato scoprire che Simmcat è una giovane cantautrice italiana, Simona Catalani: ho deciso quindi che era necessario conoscerla un po' meglio e le ho scritto al volo.



Dato che Soy Milk è un esordio, partirei dalla domanda più scontata: ti va di raccontarmi come e perché è nata Simmcat, se è il tuo primo progetto e qual è la tua storia musicale? 
Si, posso dire che è il mio primo progetto, prima ero troppo timida per fare qualcosa. In realtà lo sono ancora, però ad un certo punto mi sono sbloccata e ho deciso di iniziare a pubblicare le mie canzoni su Bandcamp. Nasce un po' tutto nel 2016, che poi è l’anno in cui mi sono trasferita a Milano. Per me suonare in realtà è una cosa molto intima e di solito le mie canzoni nascono e vengono poi registrate nella mia camera in un modo super semplice e veloce.

Simmcat
La cover di Cat Power sul tuo Instagram, quella di Beabadoobee sulla cassetta, le registrazioni sussurrate che mi hanno ricordato le prime produzioni di Frankie Cosmos: si può dire che la tua idea di musica faccia riferimento a un certo cantautorato da bedroom pop e, per dirla con una battuta alla Boris, "molto poco italiano"? Quali sono le tue principali ispirazioni?

Sì, esatto. Devo dirti la verità: a 16 anni sono stata illuminata dalla colonna sonora del film Juno, che mi ha aperto un mondo. Da lì ho iniziato ad ascoltare più seriamente Kimya Dawson, la sua voce cosi intima e semplice mi ha sempre fatto pensare: ok voglio fare anche io questo tipo di musica e sussurrare cose dolci.
Un’altra figura a cui guardo molto è Greta Kline (Frankie Cosmos), che ho avuto anche la fortuna di vedere live a Torino qualche anno fa per la prima volta, quindi ti ringrazio molto quando mi dici che in qualche modo ti ho ricordato le sue prime produzioni. Un personaggio che per me è sempre stato fondamentale è Daniel Johnston: sono sempre stata affascinata dal suo mondo, dai suoi disegni e dalla sua musica. 
Gli ultimi che ti voglio nominare sono Simon & Garfunkel con cui sono cresciuta. Infatti sono un po' un mio punto di riferimento: adoro la sensibilità nei suoni, la delicatezza delle loro voci, e in generale l’atmosfera eterea delle loro canzoni. Ecco, quello è un aspetto mi interessa molto.

L'altra cosa che mi ha colpito un sacco sono i tuoi collage e i tuoi disegni, che potrebbero stare dentro qualche pagina ipercolorata del vecchio Rookie Mag. Mi racconti un po' della componente grafica del mondo di Simmcat?

Intanto ti ringrazio perché io adoro Rookie Mag e Tavi Gevinson. Io sto finendo l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e oltre a cantare e suonare l’altra cosa che faccio sempre è disegnare e dipingere. Infatti, c’è una forte connessione tra l’estetica della mia musica e quella dei miei disegni, come se si influenzassero a vicenda in qualche modo. Tra l’altro con due mie amiche dell’accademia abbiamo anche creato una sorta di rivista/fanzine che si chiama Socks Magazine: praticamente è come se fosse una sorta di diario pieno di immagini, interviste e collage fatti da noi tre che poi pubblichiamo. Il risultato è molto carino alla fine.

Alcune delle storie dentro Soy Milk parlano di quella specie di inadeguatezza sentimentale che a volte ci fanno provare certe relazioni, ma anche di quei momenti in cui realizziamo come andare avanti e smettere di vivere nei ricordi. Scrivere canzoni rappresenta per te il modo per raggiungere un punto di equilibrio tra questi due poli?
Penso proprio di si. Spesso scrivere mi aiuta anche a capire come superare qualcosa. È una sorta di esercizio che mi permette di mettere a fuoco alcune sensazioni, immagini e pensieri che prima erano solo in disordine e confusi.

Soy Milk è tutto scritto e suonato da te sola: come funziona il tuo processo di lavoro?
Di solito parte tutto dal testo, e poi arriva tutto il resto. Il mio poi è un processo molto semplice, di solito registro voce e chitarra su Garage Band e mi diverto poi ad aggiungere strumenti molto delicati come il triangolo o le campanelle, e spesso registro la mia voce più volte con diversi effetti per creare dei mini cori.

Simmcat
Trovo davvero entusiasmante l'attitudine di Nervicani e le loro produzioni sono sempre molto interessanti: com'è nato l'incontro con la label / casa editrice di Modena?

L’incontro con Nervi Cani è nato credo su Instagram quest’estate: mi hanno contattata e da li è nato tutto. E devo dire che ne sono molto contenta, adoro il loro stile e collaborare con loro è molto stimolante, poi io ho una bella collezione di cassette e avere la mia cassetta è una cosa super carina. 

Infine, una curiosità: mi è piaciuto un sacco il tuo video "svedese" e mi ha messo addosso tantissima nostalgia per Stoccolma e tutto il resto. Ti va di raccontarmi qualcosa di come è nato?
Sì certo, praticamente mentre ero in Erasmus a Stoccolma, stavo parlando con Patrick (Aleotti, fondatore di Nervi Cani - ndr) per decidere come sviluppare il video di Small Animals, e mi ha dato l’idea di fare una sorta di diario che contenesse dei piccoli video di situazioni quotidiane, cosi ho iniziato a fare video ad ogni cosa, anche troppi in realtà, ma è stato super divertente riprendere ogni momento.



Save the date: domani sera, 26 gennaio, alle 18.30 Simmcat farà un live su Instagram insieme a Adult Matters, altro cantautore di casa Nervi Cani :)




Commenti