Partiamo da Göteborg (e da dove altrimenti?), da quella Happiest Place Records che già ci ha regalato Typical Girls e Les Milou, e che ora pubblica il debutto a 45 giri in tiratura limitata dei Friendly Boyfriend. Il duo composto da Tyra e Vihtori Hasselrot Uksila prosegue il precedente progetto chiamato The Ground Pounders, più dedito a un cupo ed etereo noise ("industrial pop" si definivano). Questa nuova incarnazione si diverte ad aggiungere un elemento magnificamente twee, lo-fi e sgangherato al punto giusto, tanto da raggiungere quell'ideale punto di convergenza tra Beat Happening e Television Personalities. Se poi aggiungiamo che tra le 4 tracce di Pick Up ("four tracks of pure distorted pop bliss!") spunta anche una cover del classico Beatnik dei Clean, direi che i Friendly Boyfriend hanno conquistato in maniera definitiva il mio cuore.
Conosciamo ormai da alcuni anni gli Stars On Fire, l'interessante progetto solista del californiano trapiantato a Seoul Christoph Mark (ex Ampersand). La sua musica riesce sempre a imprimere una sfumatura autunnale e indolente alle sue principali influenze shoegaze e spesso, nel mezzo delle sue canzoni, è come se anche la sua voce si lasciasse travolgere dalla musica. Ora sta per uscire un nuovo 45 giri a cura della Cloudberry Records intitolato Ready, Steady, Go!. e soprattutto nella title-track Stars On Fire sembra divertirsi parecchio a giocare anche con atmosfere New Order, più spensierate e ballabili. "We are ready!"
Andy Pastalaniec, di San Francisco, è il batterista dei Seablite e questo già mi basta come curriculum e assoluta garanzia. In precedenza ha suonato nei Cruel Summer (più dream pop e a volte shoegaze, con un album su Mt. St.Mtn) e nei Pink Films (un paio di 45 giri più lo-fi e garage all'attivo che mi ricordano certe cose dei Mantles). Ora ha un nuovo progetto solista chiamato Chime School e l'album di debutto arriverà niente meno che su Slumberland il prossimo novembre (ma distribuito anche in Europa tramite Meritorio Records).
Le canzoni contenute in Chime School vogliono essere un "homage to the formative jangle of The Byrds by way of early Primal Scream and The Springfields; the production and pop sensibility of the Biff Bang Pow and The Razorcuts; and the spirit of great singles labels like Creation, Postcard and Sarah". Direi che il primo singolo Taking Time To Tell You (dall'appropriato video in Super 8) è un'ottima premessa.
Sempre a proposito della Meritorio Records, la label spagnola ha annunciato che pubblicherà RF, il secondo album degli inglesi Rural France, duo costituito da Tom Brown e Rob Fawkes dopo che si erano trasferiti da Londra nelle fin troppo tranquille campagne del Wiltshire. Già dalle prime note, si intuisce che i Rural France amano visceralmente l'indie rock più classico, dai Guided By Voices ai Teenage Fanclub, e riascoltando il loro debutto Two Drink Maximum (uscito tre anni fa per l'australiana Half A Cow Records) puoi davvero immaginarli divertirsi un mondo nello studio ricavato in garage, tra gli scatoloni dei giochi dei bimbi e gli scaffali con gli attrezzi per il giardino. Non a caso hanno definito la loro musica "a wildly exciting tribute to a sensible night in". Questo nuovo disco è stato scritto durante l'ondata di caldo dell'estate 2018 "spurred on by Beach Boys bootlegs and a World Cup. Half-drunk on the sun and Brian Wilson’s genius". Come spiega Tom Brown, "I’d make the short journey from the garden to my guitar to try and get down some vague ideas that were forming in the haze of that sweltering suburban summer”. E infatti il primo super fuzzy singolo porta il titolo di Stolen Beer (birra rubata che inevitabilemente "tastes much sweeter"):
Dopo oltre trent'anni di carriera e tredici album, possiamo dire di sapere cosa aspettarci, almeno un po', dalla band gallese The Hepburns: un suono elegante, in bilico tra il twee più zuccheroso e un gusto retrò sofisticato, incurante delle mode e piacevolmente fuori dal tempo, per sempre legato al nome di Burt Bacharach. L'anno scorso, nel complicato periodo della pandemia e dell'isolamento, grazie a un'intervista gli Hepburns hanno conosciuto Estella Rosa, infaticabile curatrice del blog Fadewayradiate e cantante dei NAH. Dall'idea iniziale di scrivere una canzone insieme è nato invece un intero album, Architecture Of The Ages, in uscita il 15 ottobre su Elefant Records, e possiamo proprio dire che si tratta di uno di quei casi in cui il risultato è superiore alla somma delle sue parti. Uno dei temi principali che attraversa queste dieci canzoni è l'osservazione della vita "through contrasts and contradictions, with characters that are so close and so far away, resigned, accepting their bitter role", come per esempio nel delicato singolo che anticipa l'album The Other Side Of Grey che racconta l'arrivo dell'autunno non solo meteorologico: "You can’t escape from / The silent films in which you starred / Your glowing reviews are yesterday’s news".
Le biografie online raccontano che David West si è sempre diviso tra Perth e San Francisco. La sua più longeva creatura musicale, i Rat Columns, in qualche modo assorbe il meglio di entrambe le tradizioni musicali, quella californiana e quella australiana. Un certo nervosismo nelle chitarre ma anche una sapiente indolenza nelle melodie: da queste parti, capita ancora spesso di mettere in qualche playlist il suo vecchio Leaf. Lo scorso febbraio mi ero colpevolmente lasciato sfuggire il suo ultimo album Pacific Kiss, uscito per Tough Love ("a record for those astral voyages into the spheres conducted from bedrooms, kitchens, grassy fields and open car windows"), ma ora mi ha catturato il nuovo EP New Romans, composto da due out-takes delle sessioni di Pacific Kiss e dall'inedito che dà il titolo alla piccola raccolta.
“Self hate, oh self hate / I failed it again / Look out what we became / Now nothing is the same”: sono passati quasi quattro anni dal precedente album dei Makthaverskan ma restano maestri nell'unire i sentimenti più cupi e sconfortanti a canzoni poderose, scintillanti ed euforiche. Anche questo nuovo, atteso singolo This Time, travolgente anticipazione dell'album För Allting ("per sempre") in arrivo su Run For Cover il prossimo 12 novembre, conferma questa loro qualità unica. Trascinati come sempre dalla voce di Maja Milner (che però appare qui meno inflessibile, meno glaciale rispetto al passato) la band di Göteborg riesce a mettere in musica come poche altre movimenti contrastanti come rimpianto, determinazione, rabbia e disperazione.
Decisamente Glenn Donaldson scrive più canzoni di quanti post, rubriche e podcast io riuscirò mai a pubblicare su questo blog. Anche rintracciare tutte le sue uscite è stato definito da Mariana Timony, in un bel profilo sul Bandcamp Daily di qualche mese fa, "a deceptively difficult task". Con il suo nome d'arte, The Reds, Pinks & Purples Donaldson ha già pubblicato uno degli album indiepop meglio accolti dell'anno, quel Uncommon Weather che ha perfezionato come mai prima il suo peculiare bedroom pop: tristissimo, in apparenza senza un briciolo di fiducia nell'amore e in quasi nient'altro, eppure ancora capace di tenerezza, della delicatezza di una melodia ben rifinita, che racchiude un cuore spezzato o un pomeriggio di solitudine e lo redime per sempre. Malinconico a livelli totali e assoluti come il più classico indiepop, The Reds, Pinks & Purples continua però a rimandare la parola definitiva sulla malinconia, e il flusso di canzoni che escono a suo nome o a cui collabora ce lo ricorda ogni volta. Non credo sia solo per ironia che il suo nuovo, bellissimo singolo si intitola proprio Did You Put Your Song Up Today?
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