This is just the beginning - 5 dischi che non vedo l'ora di ascoltare nel 2022

A giudicare dai dischi che mi sono già segnato sull'agenda 2022, il nuovo anno sembra iniziare con il piede giusto, se non altro sotto il profilo delle uscite discografiche. Ecco qui sotto un primo quintetto base.

Yard Act

21 gennaio - Arriverà The Overload, l'atteso album di debutto degli Yard Act, quartetto di Leeds che ha scatenato un notevole hype in patria: nel giro di un anno, dopo il veloce sold-out del primo EP Dark Days e dopo i passaggi per festival tipo Reading e Pitchfork Paris, sono finiti nella lista "BBC Sound Of 2022" (insieme alle nostre care Wet Leg, tra gli altri), hanno ricevuto lodi niente meno che da Sir Elton John e sono stati inclusi nella colonna sonora di FIFA22. Insomma, un percorso British classico e molto NME-friendly. The Overload si annuncia "littered with Yard Act’s signature dark humour and knowing cynicism" e se amate band come Fontaines D.C., Idles, Shame, Sleaford Mods o anche Dry Cleaning, (in pratica, qualunque band pronipote dei The Fall e della lezione di Mark E. Smith) è probabile che apprezzerete anche James Smith e soci. L'ultimo singolo che anticipa l'album è Payday, una sorta di satira anti-capitalista "about gentrification and class fetish":
 

ARTSICK

21 gennaio - Christina Riley dei nostri cari Burnt Palms (nonché, da qualche tempo, anche metà dei leggendari Boyracer) finalmente pubblicherà il primo album del suo progetto solista Artsick. In realtà, da un po' di tempo la band ha trovato un assetto più stabile con un paio di notevolissimi innesti: Mario Hernandez dei Kids On A Crime Spree alla batteria e Donna McKean dei Lunchbox al basso. Qualche settimana fa, For The Rabbits ha pubblicato una bella introduzione alla band. Registrato insieme all'altro componente dei Lunchbox, Tim Brown, l'album Fingers Crossed si annuncia come un disco "thrilling, compelling and downright fun", con ispirazioni che vanno da nomi storici come Dolly Mixture e Talulah Gosh fino alle più contemporanee Vivian Girls e Colleen Green. Il lato più indiepop della scrittura della Riley mi ha sempre ricordato qualcosa delle mie amate All Girl Summer Fun Band, e a giudicare dai primi singoli questo nuovo Fingers Crossed suonerà parecchio su queste frequenze.



Love, Burns - "It Should Have Been Tomorrow"

4 Febbraio - Se vi stanno a cuore le curiose vicende dell'indiepop, dovreste avere incontrato ormai parecchie volte il nome di Phil Sutton, quanto meno perché ha fatto parte di un sacco di band fondamentali, a partire dai Comet Gain per arrivare ai Kicker, passando per Velocette e Cinema Red & Blue. Più di recente lo avete visto nei Soft City e soprattutto nei notevoli Pale Lights. Ora il musicista con base a New York sta per debuttare con un suo progetto solista chiamato Love, Burns che vede però la collaborazione di una specie di All-Star-Game della scena: Gary Olson (Ladybug Transistor), Kyle Forester (Crystal Stilts / Ladybug Transistor / Woods / Purple Mountains) e Hampus Öhman-Frölund (batterista già al lavoro con Alpaca Sports, Apuh e Nick Garrie). L'album vede poi la partecipazione anche di Hewson Chen (Lake Ruth), Ben Phillipson (Comet Gain), Alicia Jeanine (Jeanines) e Laura Bridge (Kicker / Harper Lee). Insomma, una bella compagnia!
It Should Have Been Tomorrow uscirà per Kleine Untergrund Schallplatten (Germania) in vinile, Jigsaw Records (USA) in vinile e cd, Austin Town Hall Records (USA) in cassetta e Calico Cat Records in digitale.



Howless - To Repel Ghosts (Static Blooms Records)

11 febbraio - Non so nulla di loro se non che il loro primo singolo mi ha conquistato all'istante. Si chiamano Howless, sono una giovane band di Città del Messico e amano mescolare rumore molto forte e melodie molto dolci come se lo shoegaze lo avessero appena inventato loro. Devo dire che trovo la loro esuberanza parecchio trascinante. Sulla base di una sola canzone, Levels, decido di innamorarmi già di questi quattro ragazzi perché l'attitudine mi sembra quella giusta e l'equilibrio tra euforia e oscurità promette molto bene. Il loro album di debutto To Repel Ghosts uscirà per la Static Blooms Records.


Fortunato Durutti Marinetti

18 febbraio - Daniel Colussi ha origini italiane, è nato a Torino ma vive a Toronto. Negli ultimi due decenni ha fatto parte della band indie rock The Shilohs e poi ha fondato i Pinc Lincolns. Nel 2019 ha pubblicato Desire, il primo album autoprodotto con il suo nuovo eccezionale nome d'arte Fortunato Durutti Marinetti, e io davvero non so come ho fatto a perdermelo. Ora sta per tornare con Memory's Fool, pubblicato da Soft Abuse (USA) in collaborazione con Bobo Integral (Spagna), operazione che dovrebbe garantirgli una copertura sicuramente maggiore e certamente meritata. La scrittura di Colussi, infatti, si ispira a nomi come Lou Reed, Bill Callahan o Robert Wyatt, finendo spesso per ricordarmi  certe atmosfere alla Destroyer e, in alcuni casi, anche il Jens Lekman più ombroso. L'album non è privo di ambizioni: "each song on  Memory’s Fool unfolds like a small essay or miniature treatise that focuses on inescapable human themes such as: sex, death, relationships, discovering who you are, feeling  hurt, feeling confused". Sono davvero molto curioso.




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