Thanks for coming (I want to leave)

Thanks For Coming  - Rachel Jr.

growing up looks like fiction
a depiction of an image
pixelated to perfection

Rachel Brown ha venticinque anni, vive a Brooklyn e fa parte del duo Water From Your Eyes. Da qualche anno, ha anche un progetto solista chiamato Thanks For Coming e da poco è uscito Rachel Jr., che lei definisce "my very first self-produced album". Già a partire dal titolo, sembra chiaro che la Brown autrice voglia raccontare qualcosa della vita della "Brown personaggio" attraverso il filtro di canzoni che sono sia diari "a cuore aperto", sia analisi, a volte anche spietate, della vita concitata, incerta e fragile di una poco più che ventenne oggi.

because I love the shape of circles
because I love the weight of the world
because I love the way that you were
someone else
and not myself
and not myself
I’m not myself

La prima volta che ho sentito Rachel Jr. mi ha meravigliato la capacità di Rachel Brown di unire un registro delicato, quasi da certe piccole composizioni "da cameretta" della prima Frankie Cosmos, con tagli feroci e irregolari che mi hanno ricordato lo stile di Yoni Wolf e la sua indimenticata band Why?, la cui influenza su una parte del cantautorato lo-fi contemporaneo sarebbe da rivalutare.
Canzoni come l'accorata Hard Drive, la tormentata storia di amore di My Name, o lo strepitosa short story minimalista di In My Pockets racchiudono tutta la voglia di una giovane ragazza che si affaccia al mondo di affermare la propria identità, sfuggire al vuoto ("I miss the certainty of life / godspeed the sleepless nights / I'm a storage device"), consapevole degli errori che ci circondano ("I don’t wanna work myself to death"), chiedendo soltanto di non doverli ripetere.




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