Avevamo già parlato un paio di mesi fa di Charles Bert dei nostri cari Math And Physics Club e del suo nuovo progetto da solista, Field School. In occasione dell'ultimo Bandcamp Friday è uscito un secondo EP, dal titolo Hey Satellite e, se possibile, è ancora più bello del precedente. Gli arrangiamenti che, a mano a mano, si fanno più pieni rendono al meglio la qualità della sua scrittura. E poi, in mezzo alla scaletta, c'è questa Jennifer Valentine, inno indiepop che ha già il sapore del classico, con qualcosa che mi ricorda certe melodie dei Magnetic Fields (tipo Swinging London forse?) e che mi lascia il dubbio se contenga in qualche modo qualche allusione a Photo Jenny dei Belle And Sebastian. Sono completamente ammaliato.
Loren Vanderbilt III è stato il fondatore, bassista e cantante degli Star Tropics, band di Chicago dal suono jangling quanto mai scintillante (il loro Bandcamp è ancora un piccolo tesoro indiepop). Dall'anno scorso, Vanderbilt ha dato vita a un nuovo progetto solista con il nome di Humdrum, ma a giudicare dalle prime due canzoni pubblicate, il suono è tutt'altro che "monotono". Questa nuova Superbloom è forse la canzone più primaverile e trascinante della stagione: "I'll be running right beside you / Don't you wanna run away with me too". Ritmo forsennato che mi ricorda certi Drums giovanili, una Rickenbacker in fiamme, e soprattutto la voce che si scioglie in una melodia con la giusta sfumatura di malinconia, un po' TPOBPAH e un po' Beach Fossils. Incantevole!
La Svezia dei Red Sleeping Beauty incontra una delle voci storiche (e cruciali) dell'indiepop britannico, quella di Amelia Fletcher, e noi nel mezzo, con gli occhi a cuore pronti a battere le mani e a ballare tutti stretti nei nostri cardigan. La seconda fase della carriera della band di Stoccolma, ripartita nel 2015, e che li ha visti virare spesso verso suoni più sintetici, ritrova con il nuovo singolo Solid Gold certe chitarre jangling giovanili.
Come ha dichiarato il cantante e chitarrista Niklas Angergård, «Amelia è sempre stata una nostra eroina dell'adolescenza, una divinità indie. Dopo aver scritto Solid Gold potevo sentirla cantata soltanto dalla sua voce, quindi ho raccolto tutto il mio coraggio e le ho chiesto se volesse farlo. Ed eccoci qui! La sua voce, è il caso di dirlo, è davvero "oro massiccio"».
Solid Gold farà parte di un prossimo EP in vinile in uscita sulla cara Matinée Recordings, insieme alla recente Second Time, che vedeva i Red Sleeping Beauty collaborare ancora una volta con una ex Sarah Records, Mary Wyer degli Even as We Speak.
Conosciamo e seguiamo da tempo Estella Rosa, voce dei Nah, collaboratrice degli Hepburns e soprattutto attivissima mente dell'etichetta (e blog) Fadawayradiate. Come se non bastasse tutto questo, da un paio d'anni, insieme al musicista norvegese Jørn Åleskjær (già attivo con The Loch Ness Mouse e I Was a King) ha anche il progetto Sapphire And Steel, che prendono il nome da quella vecchia serie tv degli Anni Settanta "Zaffiro e Acciaio". Dopo il bell'EP del 2020, quest'anno il duo è tornato con un paio di bei singoli, l'ultimo dei quali è la deliziosamente retrò Evelina, storia di una ragazza qualunque, "you will pass her by on the street without noticing. She is beyond care", e che però al tempo stesso trascina dentro di sé un dolore che "will drive her insane". Evelina ha un umore malinconico ma in qualche modo anche sereno che mi ricorda il nostro caro Gary Olson, non a caso un musicista con il quale Åleskjær ha infatti collaborato a lungo.
Gli Houstones sono un quartetto di base a Locarno, Svizzera, sono in giro da ormai un decennio e hanno all’attivo già due album e svariati tour. Il loro suono si è sempre mosso tra indie rock e stoner, molto energico e compatto, anche se tra i loro riferimenti, oltre a nomi come Queens Of The Stone Age e Faith No More, indicano anche Karate, Sunny Day Real Estate e dEUS. Con il loro ultimo singolo Ittero cambiano leggermente direzione: «È la nostra prima canzone cantata in italiano. C’è un utilizzo massiccio delle tastiere. L’idea era quella di fare i Tame Impala sotto steroidi». Obbiettivo centrato direi, riuscendo a dare alla traccia una bella atmosfera epica e cinematografica. La produzione artistica del singolo è stata curata da Marco Fasolo dei Jennifer Gentle.
Jim Shepherd è stato il frontman dei Jasmine Minks, band quanto mai sottovalutata ma decisamente fondamentale per la storia dell'indiepop: una delle prime band sulla Creation Records di Alan McGee, e anche l'unica band della Creation a passare anche sulla successiva label di McGee, la Poptones. Dal 2010 in avanti, i Jasmine Minks hanno ripreso a pubblicare e a suonare con una certa regolarità, ma ora, dopo tanti anni, Jim Sheperd arriva al suo debutto solista, con l'album The Circle, pubblicato da Spinout Nuggets. Per farlo, ha riunito un supergruppo di tutto rispetto con Dave Morgan alla batteria e alla produzione (The Loft, Weather Prophets, Subway Sect), agli archi e alle tastiere Frank Sweeney (The June Brides) e al basso Arash Torabi (The June Brides, The Distractions, Beat Hotel). Inoltre, compare una nutrita serie di ospiti, come Tommy Reid (The Jasmine Minks), Beth Arzy (The Luxembourg Signal, Jetstream Pony), i Vapor Trails e Marianne Dissard. The Circle racchiude dodici canzoni che oltre a influenze classiche, tra Birds, Jam e Kinks, riescono a mostrare come la classe e lo stile di Sheperd risplendano ancora con immutata forza.
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